Ultimo aggiornamento 18 Maggio 2022
L’INTERVISTA
pubblicata sul magazine Paspartu 16 dicembre 2011
Prima di tutto uomo di teatro, dove lo vediamo impegnato nel ruolo di attore, ma anche di direttore artistico. Direttore di una tv locale, ma anche attore al cinema (lo vediamo nel nuovo film di Leonardo Pieraccioni, appena uscito nelle sale cinematografiche) e in tante fiction in tv. Molti sicuramente lo ricordano a fianco di Giorgio Panariello, in televisione, nel cast di Torno Sabato su RaiUno: in ogni puntata entrava in scena per recitare in modo serioso poesie, ma veniva continuamente interrotto dal personaggio PiErre.

D: È difficile la domanda “Che lavoro fa Andrea Buscemi”? L’attore?
R: L’attore è uno degli aspetti. Sono anche regista, direttore artistico, direi organizzatore intellettuale. Il mio approccio non è solo interpretativo, anzi la preponderanza degli impegni è sull’altro versante. Certo l’attore è ciò che si vede meglio, però per i miei spettacoli sono anche scenografo, costumista. Inoltre devo dire che mio figlio Niccolò, che ha 21 anni e studia pianoforte al Conservatorio Puccini di La Spezia, quando compone le musiche per me, io le ascolto e mi rendo conto che sono esattamente come se fossi stato io a comporle! Voglio dire che la musica è l’unica cosa di cui non mi occupo, ma ci pensa mio figlio a realizzarla esattamente come la immagino!
D: Parliamo della compagnia teatrale…
R: Il gruppo, di cui sono direttore artistico, si chiama Peccioli Teatro. Siamo all’ottavo anno di attività e sono orgoglioso di poter dire che abbiamo lavorato con nomi tipo Oreste Lionello, Natalie Caldonazzo, Debora Caprioglio, Tosca D’Aquino, Eva Robin’s, con cui abbiamo attivi tre spettacoli.
D: I prossimi appuntamenti della compagnia?
R: Il 4 gennaio siamo al Teatro Puccini di Firenze con Pinocchio, mentre il 10 e 11 gennaio siamo al Teatro Goldoni di Livorno con Il mercante di Venezia.
“Il teatro è sempre stato povero e in difficoltà”
D: La compagnia è di attori toscani?
R: Sì. Il nucleo storico degli attori è toscano. Livia Castellana è senese, Martina Benedetti è viareggina doc, Renato Raimo è pisano.
D: Al momento quali sono gli spettacoli attivi?
R: Pinocchio, L’avaro di Moliere e Il mercante di Venezia di Shakespeare.
D: Come è al momento la situazione nei teatri italiani?
R: Bisogna dire che il teatro è sempre stato povero e in difficoltà. Ma questa secondo me è la sua forza, non la sua debolezza! Perché nella crisi ha una sua capacità di resistenza che lo rafforza.
D: Ma i giovani sono spaventati dalla cultura che si respira a teatro?
R: Stiamo vivendo un’epoca particolarmente fallimentare. La maggior parte delle persone ha occultato l’impegno culturale. La cultura è solo per i più sensibili, o forse bisogna dire per i più folli. Se però il teatro è fatto bene, chiunque ne rimane suggestionato, a qualsiasi età.








Sono Cinzia.
Faccio – con calma! – la giornalista e la blogger, con un occhio attento alla socialsfera.
Amo intercettare e raccontare persone, personaggi e luoghi da scoprire attraverso le interviste, che chiamo scherzosamente “torture”!
Sono appassionata di tecniche e interventi mirati a dare visibilità, come ad esempio la tortura personalizzata o il corretto uso dei social.
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D: La televisione danneggia il teatro?
R: La tv ha livellato il gusto verso il basso. È il danno principale. Propone cose di bassa qualità. Sicuramente è un grande mezzo di comunicazione, ma in questo momento è veramente in mano al demonio, cioè al male!
D: Non salva nulla di ciò che danno in tv?
R: I varietà fatti bene, tipo quelli di Giorgio Panariello per intenderci, si salvano. Poi si salvano certi tg e i talk show tipo Porta a Porta, Ballarò, Matrix: quelli sono di altissimo livello. Ma reality e talent show sono veramente negativi. Come gusto personale, mi fermo alla tv di quaranta anni fa, quella degli sceneggiati con grandi attori italiani. Ho avuto l’onore di lavorare con Giorgio Albertazzi e quando andavamo in giro e la gente lo incontrava per strada, si ricordava di quello che aveva fatto negli anni Cinquanta.
D: Ci racconti la sua giornata-tipo…
R: Mi alzo molto tardi, perché vado a letto tardi, verso le tre/quattro di notte. Perciò mi sveglio verso le quattordici, giusto in tempo per mangiare. Mi piace mangiare bene, ma non mangio un granché… Anche se sono un po’ ingrassato… Nel pomeriggio ci troviamo in teatro per le prove, poi si va in scena e dopo lo spettacolo a cena.
D: Cosa fa nel tempo libero?
R: Vado a vedere mostre, frequento le librerie…
D: Va mai a vedere spettacoli solo per piacere e non per lavoro?
R: Sì. Ad esempio vado a vedere quelli di Giorgio Panariello. Con lui c’è un’intensa amicizia, ci frequentiamo con sintonia. Oppure vado a vedere Gigi Proietti. Mi piace andare a vedere le persone con cui ho lavorato, perché vedendoli da spettatore capisco meglio la mia esperienza passata.








D: Cosa non le piace in teatro?
R: Tutto ciò che è autocelebrativo lo trovo repellente. Oppure, per fare un esempio, L’avaro di Moliere io credo che debba essere fatto in modo comico, divertente e divertito. Ci sono alcune chiavi di lettura che vedono il personaggio di Arpagone per niente comico e secondo me questo è un approccio sbagliato. C’è la tragicità nel personaggio, ma va fatto comicamente.
D: La sperimentazione le piace?
R: Non sopporto quella che si prende troppo sul serio.
D: Autori contemporanei che reputa validi?
R: Alberto Severi, ad esempio, è bravissimo, però non è premiato da quest’epoca che premia la frivolezza.
D: I giovani di oggi sono frivoli?
R: Hanno genitori e nonni baciati dal boom del dopoguerra. Non seguono più le tradizioni. Si sono americanizzati. Ci siamo americanizzati. Noi seguiamo loro, quando dovrebbe essere il contrario!








D: In questi giorni la vediamo al cinema…
R: Sì. Sono nel cast del film di Leonardo Pieraccioni Finalmente la felicità.
D: Ha ceduto al cinepanettone?
R: Purtroppo ti rendi conto che l’unica alternativa all’americanata è il cinepanettone. Pieraccioni parla di sentimenti buoni. Ma l’epoca che stiamo vivendo è imbarbarita.
D: Quale sarebbe il suo ideale di teatro?
R: Mi piacerebbe chiudermi in un convento.
D: Ovvero?
R: Il convento secondo me sarebbe il luogo ideale. È un progetto della mia compagnia teatrale: dobbiamo trovare i soldi per fondare questo nuovo convento e tramandare il sapere, come facevano i monaci in antichità.
D: Frequenta la Versilia?
R: Sì, molto spesso. Non faccio vita mondana, vivo a Pisa, però mi piace prendere il caffè in Passeggiata a Viareggio. Oppure andare a mangiare al Principe di Piemonte o al Margherita o da Buonamico. Frequento anche Lucca. Ad esempio, grazie a Stefano Baccelli (presidente della Provincia di Lucca, NDR), abbiamo potuto utilizzare Palazzo Ducale per le prove del Mercante di Venezia, perché in quei giorni ci trovavamo proprio a Lucca per girare il film di Pieraccioni.
D: Le piace Viareggio?
R: Sì, il mare qui è inalterato, anche se non è più la Viareggio liberty… Sicuramente questi luoghi avrebbero tanto da sfruttare, come luoghi culturali di incontro…
“La cultura è solo per i più sensibili, o forse bisogna dire per i più folli”
D: Un suo pregio?
R: La sincerità.
D: Un difetto?
R: La sincerità, come prima!
D: Si occupa di politica?
R: No, anche se ho un fratello consigliere comunale del PdL e una sorella esponente del PD.
D: Come mai non si impegna anche lei?
R: Perché mi dovrebbero convincere gli uomini.
D: Usa Internet?
R: Per informarmi sì. Invece aborro la chat.




D: A Pisa si occupa anche di tv…
R: Sì, sono direttore artistico di Canale 50.
D: Poi so che in qualche modo è collegato a Mario Tobino…
R: Collaboro con la Fondazione Tobino per Le libere donne di Magliano, spettacolo che vede la mia regia, con le musiche di mio figlio. Presto ne faremo un dvd legato a un quotidiano. Mario Tobino secondo me era un poeta che coniugava l’impegno letterario con l’impegno artistico: è un esempio da seguire. Ecco: se dovessi dare un consiglio ai giovani, direi di andare di meno in discoteca e di prendersi come esempio da seguire un artista. Oggi invece c’è l’elogio del nulla: i giovani pensano sia positivo omologarsi ed essere tutti uguali.
D: Lavori in corso?
R: Peccioli Teatro sta portando avanti un progetto triennale dedicato a Shakespeare, con la Fondazione Goldoni di Livorno. Shakespeare è attuale, perché ha capito le mille sfaccettature dell’uomo.
D: Quindi il vostro teatro non è moribondo?
R: No. È attivo. Pieno di difficoltà, sicuramente. E non è compatibile con la parola “denaro”…




Chi è Andrea Buscemi
Anzitutto uomo di teatro, Andrea Buscemi ha lavorato a fianco dei numi tutelari della scena italiana come Mario Scaccia, Vittorio Gassman, Gigi Proietti, Nando Gazzolo, Giorgio Albertazzi, e in compagnie storiche come il Gruppo della Rocca di Torino e il Teatro del Carretto di Lucca. Nel suo percorso artistico ha diretto poi attori come Flavio Bucci, Tosca D’Aquino, Paola Gassman, Roberto Herlitzka, Paolo Villaggio, Oreste Lionello, Antonio Salines, Debora Caprioglio, Natalie Caldonazzo, Corinne Clery, Alena Seredova, Eva Robin’s, Rosa Fumetto, Lucia Poli, e affrontato autori come Moliere, Goldoni, Shakespeare, Beckett, Lerici, Severi, Manfridi, Tobino, Buzzati, Zavattini, Fitzsimmons, Woody Allen, Wesker, Gogol. Attore anche di cinema (Al momento giusto di Panariello, Ritorno in casa Gori di Benvenuti, Passannante di Colabona, N di Virzì, Libertas di Bulajc) e fiction (Un medico in famiglia, Don Matteo, Ho sposato uno sbirro per RaiUno, Padre Pio un Santo tra noi per Canale5), è emerso grazie al varietà televisivo, in particolare con le tre edizioni di Torno Sabato abbinato alla Lotteria Italia su RaiUno condotto da Giorgio Panariello, e Volami nel Cuore sempre su RaiUno condotto da Pupo. In particolare, con Panariello ha condiviso anche molto percorso teatrale affiancandolo come spalla in vari recital replicati in tutta Italia con un’enorme partecipazione di pubblico, e ne Il borghese gentiluomo di Moliere, uno dei successi commerciali più eclatanti della prosa italiana degli ultimi anni. Già direttore artistico di vari teatri (Poliziano di Montepulciano, Gli Arrischianti di Sarteano, I Vigilanti di Portoferraio, Persio Flacco di Volterra) e della televisione 50canale, nonché artefice a Pisa del recupero del cinema Lux e del Teatro Rossi, nel 2005 ha fondato col sindaco Silvano Crecchi e Renzo Macelloni presidente della Belvedere S.p.A. il Festival 11 Lune di Peccioli, avviatosi velocemente a diventare uno degli appuntamenti estivi più importanti in Toscana. Dal festival è nata la compagnia PeccioliTeatro, oggi una delle realtà artistiche più significative del territorio toscano e non solo, in grado di produrre e far circuitare in Italia spettacoli di grande successo. Fra essi basti ricordare i più recenti: La locandiera di Goldoni, L’avaro di Moliere e Il mercante di Venezia di Shakespeare, diretti e interpretati dallo stesso Buscemi con l’ensamble storico del gruppo (gli ultimi due ancora contemplati nella prossima stagione nei teatri italiani). Venerdì 16 dicembre esce sui grandi schermi italiani Finalmente la felicità, la nuova commedia di Leonardo Pieraccioni.
Li torturo tuttiiiii!!!
Ti piacerebbe essere torturato, ehm… intervistato da me?
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L’intervista ti farà uscire dall’invisibilità!
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