Ultimo aggiornamento 17 Agosto 2023
Ricevo, tempo fa, una e-mail da Cristiano Turri, che mi chiede informazioni sulla “tortura personalizzata”.
Non importa che mi stia a scervellare per spiegarvi come mai ho deciso di intervistarlo. Basta che vi riporti questo paragrafo del suo messaggio, perché qui c’è tutto quello che mi ha fatto pensare che se lo avessi intervistato (ops… torturato!) sarebbe venuto fuori un bel lavoro.
Così scriveva Cristiano in quella e-mail:
“L’arte, il disegno, la fantasia per me sono stati e sono tutt’ora il mio mondo, quello dove vivo più frequentemente e dove sto bene.
Mi piacerebbe riuscire a farmi notare, a dare visibilità alle mie “opere” ma soprattutto a far capire l’importanza e la ricchezza di ciò che ognuno ha dentro… A me quella “cosa” lì mi ha salvato”.

La tortura!
Che lavoro fai?
Architetto – designer di interni a Lucca.
Come siamo arrivati fino qui?
Cercavo su Google un curatore d’arte che mi potesse aiutare a organizzare una mostra e ne ho trovato uno che tu hai torturato! Così ho pensato che mi sarebbe piaciuto usare questo spazio per farmi conoscere.
Spoiler: se vuoi farlo anche tu, guarda su questa pagina che cosa è la “tortura personalizzata” e, come ha fatto Cristiano, scrivimi!




Invece come siamo arrivati fino qui, ma nel senso più ampio, cioè a far conoscere la tua attività pittorica?
Fin da piccolo mi sono dedicato a disegnare e colorare. Finite le scuole medie, ho fatto il liceo artistico a Lucca, poi una volta diplomato ero indeciso fra Accademia o qualcosa di più pratico nel campo del lavoro. Ho deciso di fare Architettura a Firenze, con l’ottica di non allontanarmi troppo dall’arte. Una volta laureato, ho svolto la libera professione, ma per poco tempo perché la parte burocratica non mi piaceva. Così è nata l’idea di dedicarmi all’arredamento e alla progettazione di interni, a mio avviso il giusto compromesso tra creatività e pratica.
La passione per l’arte come l’hai portata avanti?
Per me l’arte è una terapia. Faccio fatica a vivere il quotidiano e con la pittura riesco a esprimere quello che ho dentro. La vivo anche come evasione.
“Terapia” in che senso?
Sono affetto da una malattia genetica rara che fin da piccolo mi ha costretto a passare tanto tempo in casa. Adesso la stessa malattia la vivo come un’opportunità che mi ha portato fino qui, in modo propositivo con tanti progetti da realizzare!
“Cercavo su Google un curatore d’arte che mi potesse aiutare a organizzare una mostra e ne ho trovato uno che tu hai torturato!”




Se tu dovessi descrivere l’ultima opera che hai fatto, che parole useresti?
Mi sono immaginato di essere una rana su una ninfea. A ogni opera abbino un titolo, che aggiunge qualcosa e aiuta a capire quello che voglio esprimere. Per esempio la rana sulla ninfea si chiama “Forse abito in un fosso”.
Raccontaci il tuo processo creativo
Spesso dipingo la notte e il fine settimana. A casa, su una scrivania, in una stanza dedicata a studio. Ho scelto la casa dove vivo proprio perché ha questa stanza da adibire a studio!




Come nasce l’idea di un tuo dipinto?
L’idea nasce dalla scelta tra le tante idee legate a cose che ho dentro e che fino a quel momento non sono riuscito a esprimere. Progetto già il quadro nella mia testa e questa fase mi occupa la maggior parte del tempo. Uso acrilico, pennarello, matita su tavola, oppure su materiale di riuso, o anche cartoncino. Si va da piccole dimensioni tipo quelle di una cartolina fino a intere pareti, interni di case. Sono opere molto colorate.
Cosa significa “progetto già il quadro nella mia testa”?
Progettare significa decidere gli spazi, i vuoti, i colori in base a quello che voglio dire.
“Faccio fatica a vivere il quotidiano e con la pittura riesco a esprimere quello che ho dentro”








Sono Cinzia.
Faccio – con calma! – la giornalista e la blogger, con un occhio attento alla socialsfera.
Amo intercettare e raccontare persone, personaggi e luoghi da scoprire attraverso le interviste, che chiamo scherzosamente “torture”!
Sono appassionata di tecniche e interventi mirati a dare visibilità, come ad esempio la tortura personalizzata o il corretto uso dei social.
Contattami! oppure guarda i miei servizi qui
Quanto tempo passa tra la scelta dell’idea al lavoro finito?
Circa venti giorni, un mese.
Cosa fai con le opere finite?
Le conservo in casa, spesso le regalo, oppure le vendo!
Ti dedichi solo alla pittura o anche ad altro?
Più raramente realizzo opere in ceramica.




La difficoltà più grande che incontri?
Trovare il tempo per fare le cose.
Il complimento ricevuto che ti ha fatto piacere?
“Ogni volta che vedo il tuo quadro, mi cambia l’umore in positivo”.
Invece la critica che ti ha dato più fastidio?
Quando, riferendosi ai miei quadri, una persona mi disse: “Li fai ancora quei cosini”?
Quella volta che hai avuto quell’idea geniale?
Un’opera pittorica da sistemare in casa che coniuga arte, utilità e messaggio che voglio dare (esempio: vedi foto qui sotto, NdR)




Compreresti un quadro di…?
Ligabue.
Mentre dipingi pensi a qualcosa di particolare?
Spesso ai miei nipoti, perché gli ho attribuito dei colori. Sono cinque e sono i figli di mia sorella e di mio fratello: Giacomo, Emma, Martino, Miriam, Dodì.
Progetti futuri?
Trovare un curatore di arte che mi aiuti a organizzare una mostra ed essere più visibile.
Come ti promuovi?
Sto iniziando adesso con questa tortura!
Come titoleresti questa intervista?
Se mi viene in mente te lo dico! (ride, NdR)




Chi è Cristiano Turri
Nato a: Lucca
Quando: il 3 luglio 1973
Vive a: Lucca, in zona campagna
Pregio: “Dico poche volte no”
Difetto: “Dico poche volte no”




Dove possiamo trovarlo
Instagram criturriarte https://www.instagram.com/criturriarte/








Questionario Proustiano con Cristiano Turri
(versione ridotta e adattata)
Il tratto principale del mio carattere
Allegro
La qualità che apprezzo in una persona
Sincerità
Il mio sogno di felicità
Casa
Il colore che preferisco
Giallo
Il mio autore preferito
Alessandro Manzoni
Il mio compositore preferito
Mozart
Il mio pittore preferito
Henri de Toulouse-Lautrec
Un eroe
Batman
Un nemico
Joker
Il mio motto
“Non ci provo, ci riesco”
Cosa è il Questionario Proustiano?
Se volete divertirvi a fare il vostro Questionario Proustiano, sappiate che consiste in una serie di domande, alcune generiche e altre tagliate su misura per la persona intervistata, volte a conoscere i gusti e le aspirazioni personali di chi vi risponde. La caratteristica essenziale è quella del “botta & risposta” immediato, cioè bisogna rispondere senza pensarci troppo.
Si chiama così perché il primo a compilarlo fu Marcel Proust, da adolescente, consigliato dall’amica coetanea Antoinette Faure.
Ora, lettore, cosa potresti fare?
Andare a vedere le opere di Cristiano sul suo profilo Instagram https://www.instagram.com/criturriarte/




Li torturo tuttiiiii!!!
Ti piacerebbe essere torturato, ehm… intervistato da me?
Ti piacerebbe parlare di te e raccontare ciò che fai, la tua attività, la tua professione?
L’intervista ti farà uscire dall’invisibilità!
Dai un’occhiata a come funziona! –> Cosa posso fare per te
*Cosa puoi fare per me?*
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