Ultimo aggiornamento 7 Settembre 2022

La parte difficile era trovare il titolo.
Elena Resta si occupa di narrazione territoriale e marketing, è una blogger, è specializzata in sinergie tra territorio e impresa, è una digital strategist. Insomma racconta le storie dei suoi clienti legandoli al territorio, alla sua bassa Romagna.
Ma non volevo che i lettori si addormentassero leggendo il titolo!
Ecco che ho optato per la prima cosa che mi viene in mente quando penso a Elena: il nome del suo sito! Intuizione felicissima, chiamarlo “Piadina Story – casa mia e tutt’intorno”, visto che è la prima cosa che ho memorizzato di lei!
So che posso andare tranquilla dicendo pari pari com’è andata. Se questo spazio l’ho chiamato La Stanza delle Torture, un motivo ci sarà!

6 elena resta piadina story

La tortura!

Elena, che lavoro fai?
Collaboro con attività del territorio Romagna sostenendole con una comunicazione strategica online calibrata sulle loro esigenze e per i loro mercati. Studio e preparo progetti comunicativi che includano anche il territorio in quanto sono convinta che azienda, attività e territorio non siano realtà separate, ma possano sostenersi a vicenda. Metto a disposizione dei miei clienti una storia di Romagna molto coinvolgente e autentica in cui poi intessere la storia della loro attività. Questo permette di rafforzare sia la storia collettiva che quella specifica dei clienti, dando loro un importante risalto in termini di marketing.

Quali sono le esperienze passate più significative che ti hanno portato fino qui? Le prime 2 che ti vengono in mente…
One: L’esperienza ventennale di dirigenza in una multinazionale, credimi, è stata molto significativa. Non solo per le tante competenze messe a punto ma, soprattutto, perché mi è stato chiaro che non sono disposta a scendere a compromessi con la mia coscienza. E questo, ne sono certa, farà ancor di più la differenza nei prossimi anni nel campo della comunicazione.
Two: La differenza la fa sempre e soprattutto la volontà di dare, di rendere partecipi e coinvolgere, emozionare. L’esperienza di vendita che mette al centro il cliente non deve essere né una favoletta né una deresponsabilizzazione del venditore. Questo principio ha sempre sostenuto i miei successi sia personali che commerciali. E me lo ha insegnato mio padre, Alcide. Un vero venditore. Un vero comunicatore. Sincero, appassionato, capace e geniale.

“…Una storia di Romagna molto coinvolgente e autentica in cui poi intessere la storia della loro attività”

cinzia donati giornalista e blogger 2

Sono Cinzia.
Faccio – con calma! – la giornalista e la blogger, con un occhio attento alla socialsfera.
Amo intercettare e raccontare persone, personaggi e luoghi da scoprire attraverso le interviste, che chiamo scherzosamente “torture”!

Sono appassionata di tecniche e interventi mirati a dare visibilità, come ad esempio la tortura personalizzata!
Contattami!

Qual è il complimento ricevuto che ti ha fatto più piacere?
Lo sai che qui sono in difficoltà? Posso dirti quello che, a distanza di 30 anni, amo ricordare perché mi fa ancora sorridere. Ero sulla costa di Cairns (Australia), a guardare il tramonto con uno svizzero belloccio e avevo 18 anni. Mi disse che ero bella perché “naturella”. Il suo italiano era discutibile, ma restavamo uno svizzero e un’italiana davanti a un tramonto australiano, capiamoci! A me vennero in mente prima la Stirella e poi la Nutella! Da allora io mi penso così: bella come un ferro da stiro a caldaia in qualche modo collegato con la crema di nocciola…

Qual è invece la critica che ti ha dato più fastidio?
“Sei stata troppo sincera”. Questa frase mi è stata rivolta in una sala riunioni prima di ricevere un trattamento che “olio di ricino scansate”. Il fatto è che era vero. Avevo espresso con sincerità il mio disprezzo per il comportamento scorretto. Fossi stata più politica e meno trasparente avrei probabilmente gestito la cosa senza rimetterci tanto. Ma la vuoi sapere la verità? Allora la cosa mi ferì. Mi sentii molto in colpa verso me stessa e i miei cari, la mia famiglia. Oggi, però, mi ringrazio ogni volta che ci penso.

“Non sono disposta a scendere a compromessi con la mia coscienza”

Dal punto di vista tecnico, ci possiamo definire – e mi includo nella definizione! – “travel local”. La mia difficoltà spesso è far capire che in realtà a me non piace per niente viaggiare, ma adoro parlare di cose belle vicine! Tu incontri qualche difficoltà dal punto di vista comunicativo?
Sono figlia di un uomo che oggi è quasi cieco. Ma che sa vedere, anche se il suo sguardo si è spento. Cercare tra le pieghe dei racconti costruiti e vedere il nucleo che ho attorno a me e trasmetterne l’importanza è una missione che da sempre mi appassiona. Viaggiare non significa necessariamente mettere km di distanza tra noi e le nostre destinazioni. Ho vissuto 20 anni tra hotel, sale riunioni e aeroporti. Il viaggio mi portava sempre esperienze arricchenti. Ma queste non dipendevano tanto dai km quanto dalle persone e dalle storie che incontravo. Abito in un territorio, la bassa Romagna, che è sempre poco narrato e spesso è narrato in modo fuorviante. Le storie, quando non sono vere, comunicano poco e male. Le persone non si esprimono al loro massimo, quando sono costrette da storie posticce. Mi piace vedere emergere le storie autentiche e dare loro voce. Voce che spesso ha toni feriti, voci meno brillanti e pimpanti delle voci artefatte. Ovviamente queste vengono apprezzate da coloro che condividono con me la passione per l’autenticità, le radici sociali e storiche, la geografia sociale. Non direi di avere difficoltà, è un processo elettivo, ognuno di noi sceglie chi ascoltare per affinità e interessi. Devo riconoscere che il costante aumento di lettori di Piadina Story mi sta dicendo che tante persone apprezzano questa comunicazione.

“Abito in un territorio, la bassa Romagna, che è sempre poco narrato e spesso è narrato in modo fuorviante”

Un consiglio per chi inizia adesso nel tuo campo?
Studia tantissimo. Certo. Ma più che altro ascolta tante storie. Perché per sapere raccontare è molto importante sapere ascoltare. Con l’esplosione di contenuti che contraddistingue l’attualità, le persone, le aziende, le attività vincenti sono quelle che sanno trasmettere chi sono in modo autentico. Autenticità richiede capacità di ascolto.

Partita iva sì o no? Perché?
Assolutamente partita iva. I primi due anni, devo riconoscerlo, sono stati poco brillanti. C’è da dire che ho iniziato la mia avventura da freelance contestualmente al mio ritorno ai banchi universitari e all’inizio della pandemia, tempismo eh! Quindi dividersi tra il lancio di un’attività in proprio e lo studio accademico ha le sue belle difficoltà. Ma a prescindere dagli inciampi sul percorso, la carriera freelance mi offre la possibilità di lavorare con clienti scelti e selezionati per affinità. E, credimi, per me è basilare.

Quali progetti lavorativi hai in cantiere per il futuro più immediato?
Sto lavorando a dei nuovi podcast che saranno pronti nel 2023, credimi, molto interessanti e coinvolgenti. In più, senza spoilerare, sto lavorando su un nuovo progetto che mi fa battere forte il cuore ed è legato alla cura dell’ambiente, che non vedo l’ora di portare a termine!

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Tre domande irriverenti!

(Perché la tortura non bastava!)

Perché non fai i balletti su Tik Tok? Hai passato l’età?
All’inizio, su Instagram, li facevo e mi piaceva farli! Mi divertivo! Poi mi sono accorta che ballavano tutti e poi sono arrivati i trend da Tik Tok. Allora non mi è più piaciuto! Ora faccio le stories davanti alla mia tazza di caffè e se ho qualcosa da dire, lo dico, sennò no.

So che stai studiando all’Università. Scegli la tua frase: A. Ho la sindrome dello studente; B. Ho la sindrome dell’impostore
Né A né B! Mi sono trovata senza lavoro e con un contratto di non concorrenza in tutta Europa per cinque anni. Al momento in cui è successo, avevo tanta rabbia dentro e ho cercato di lavorare nonostante queste limitazioni. Mio marito mi disse: “Prenditi una pausa. Fai la calza, visto che ti piace!”. Allora ho pensato di tornare all’Università, alla Facoltà che avrei voluto frequentare a 18 anni!

Che ne pensi di realizzare un’idea in collaborazione con me per creare un ponte immaginario su Instagram tra la Versilia e la Romagna?
Penso che è un’idea meravigliosa! Credo che sia un’avventura in cui mi tufferei subito!

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Chi è Elena Resta

Dove e quando sei nata
Sono nata neanche troppi anni fa, il 17 giugno 1975, a Cantù, in provincia di Como
Dove vivi
A Lugo di Romagna, in provincia di Ravenna
Un pregio e un difetto
Pregio: mi appassiono
Difetto: mi appassiono troppo
Hobby e passioni che coltivi quando non lavori
Leggere, scrivere, lavorare a uncinetto e ai ferri, cucinare. Amo la musica, ho gusti molto eclettici. Sono ancora una rockettara da metallo pesante: Pantera e Sepultura ancora battono il ritmo dei miei articoli nelle full session di scrittura quotidiana; ma ascolto anche opera, musica classica, jazz e pop, eh sì, anche K pop. Poi adoro occuparmi della mia famiglia che amo alla follia!

“Per sapere raccontare è molto importante sapere ascoltare”

Dove potete trovarla

Online attraverso i canali social e il sito
elenaresta.com
Facebook ele.re.5
Instagram piadinastory
LinkedIn elenaresta
e-mail elenalugo75@gmail.com
Lavoro da casa, ma… ta daaaaa: sto lavorando per mettere a punto una nuova sede di lavoro che, sono certa, piacerà tantissimo!

Li torturo tuttiiiii!!!
Ti piacerebbe essere torturato, ehm… intervistato da me?
Ti piacerebbe parlare di te e raccontare ciò che fai, la tua attività, la tua professione?

L’intervista ti farà uscire dall’invisibilità!
Dai un’occhiata a come funziona! –> Cosa posso fare per te

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