Ultimo aggiornamento 23 Marzo 2023
Per rispettare una promessa, Emanuela parte per il suo primo Cammino.
Dodici giorni, di cui dieci sotto la pioggia, fino a Santiago di Compostela.
Ogni sera si appunta le note del viaggio, che non è solo un fatto che accade, ma anche e forse soprattutto un viaggio dentro di sé.
A sei anni di distanza dal primo Cammino, quelle note, insieme ad altre, diventano libro.
Come si legge sulla copertina: “Arrivata a Santiago, Emanuela non ha mai smesso di camminare. Pellegrina sulle strade del mondo e della vita si porta dentro il ricordo di una persona che non c’è più ma che continua a camminare insieme a lei”.

Come e quando inizia il percorso che ti ha portato alla stesura del libro?
Inizia nel 2016, quando parto per il mio primo Cammino di Santiago, per mantenere la promessa fatta a Carla, mia cugina-quasi-sorella, scomparsa l’anno precedente.
Hai fatto una preparazione prima di partire?
Sì, certamente. Bisogna documentarsi sul percorso da fare e poi bisogna allenarsi a camminare. Non solo! Bisogna allenarsi a camminare con lo zaino! Poi c’è da testare il materiale, l’abbigliamento, decidere cosa mettere nello zaino. Il peso giusto l’ho trovato al terzo/quarto tentativo!
Sei partita da sola?
L’idea era di partire da sola. Poi negli ultimi giorni si è aggiunta una collega di mio marito. Ma siamo rimaste indipendenti durante il percorso. L’accordo era di trovarsi alla fine di ogni tappa, ma di percorrere i km ognuna con la propria velocità.








Sei partita a metà aprile per trovare la bella stagione…
E dieci giorni su dodici sono stati di pioggia! (ride) Sono partita il 14 aprile sera, con un volo Pisa/Barcellona. Il 15 mattina volo Barcellona/Oviedo, poi in taxi fino a Avilés, che è una tappa del Cammino del Nord. Da lì, sotto la pioggia, ho iniziato il percorso. L’arrivo a Santiago è stato come da programma il 26 aprile, giorno del compleanno di Carla.
Raccontaci il processo creativo, il passaggio dagli appunti al libro…
Ogni sera, durante il viaggio, mi appuntavo su carta le emozioni, i pensieri del giorno, le paure, le persone che incontravo. L’ho fatto con l’intento di tenere traccia in un diario, non avevo ancora in mente il libro. Tornata a casa, ho riposto il diario in un cassetto e non l’ho più aperto per sei anni.
Come mai?
Non avevo il coraggio di riaprirlo e di rivivere quelle emozioni.
Cosa ti ha sbloccato?
A gennaio 2022 ho preso il Covid e, con il tempo a disposizione, ho riaperto il diario e ho iniziato a trasferirlo sul computer. Ho aggiunto l’introduzione che parla della promessa e la parte che racconta la preparazione. Ho salvato il file e l’ho lasciato lì ancora per un po’. A luglio 2022 l’ho fatto leggere a mia figlia Chiara, la quale ha subito detto che dovevo pubblicarlo.
Quale sensazione si prova all’arrivo a Santiago?
“Di voler subito ripartire!”
E sei ripartita?
Sì! Ho fatto altri Cammini.
Quali?
Nel maggio 2019 il Cammino Inglese e da Santiago a Finisterre con mio marito Stefano. Nel settembre 2019 la Via degli Dei da Bologna a Firenze con mio figlio Zegeyew, ripetuta nel 2020 con Stefano. Poi nel 2021 il Cammino di San Francesco, la Via del Nord da La Verna ad Assisi. Sempre nel 2021 il Cammino Materano, la Via Peuceta da Bari a Matera, con Stefano e una coppia di amici. Nell’aprile 2022 ho fatto da sola il Cammino di San Jacopo da Firenze a Lucca.








La stesura finale è la raccolta di tutti i diari di tutti i cammini?
In pratica sì, li ho recuperati tutti e ho aggiunto anche il diario del periodo del Covid, che ho affrontato come un “Cammino Verso la Negatività”!
“Partita senza avere idea di cosa la aspettasse, da quel momento non ha più smesso di percorrere cammini: la viandanza ha dominato il suo modo di essere e di concepire la vita”
Una volta pronto il manoscritto, cosa hai fatto?
Ho iniziato a inviarlo a diverse case editrici. Mi sono arrivate diverse proposte di contratto e fra tutte ho scelto quella di Porto Seguro.
Perché hai scelto proprio loro?
Perché non mi hanno chiesto nessun contributo in euro. Hanno investito su di me.
Nota: mi soffermo incredula su questo punto, perché ultimamente non mi capita quasi mai un caso come questo, dove la casa editrice pubblica senza chiedere nulla all’autore! Per essere sicura, ho chiesto ulteriori dettagli…
Nel contratto cosa era compreso?
Hanno editato il testo, cioè fatto le correzioni, senza toccare il contenuto. Hanno suggerito il titolo, che incredibilmente era quello che avevo in mente, hanno accettato la copertina che ho proposto. Poi hanno organizzato una prima presentazione collettiva, cioè insieme ad altri autori, a Firenze. Se voglio fare altre operazioni di promozione, quelle sono a carico mio.
Quali difficoltà hai incontrato passando dall’idea alla realizzazione?
La cosa più difficile è stata proprio la decisione di pubblicare e quindi di condividere tutto, perché contiene il mio percorso, una cosa intima personale. E poi sì, anche muoversi nel mondo delle case editrici.
Si dice che il mondo della pubblicazione di un libro è una giungla. È vero?
Sì, però si trovano anche spiragli di luce!




Perché il nostro lettore dovrebbe leggere il tuo libro?
Perché è bello! (ride)
Come ti promuovi?
Sui social e con le presentazioni.
Un consiglio per chi volesse tirare fuori dal cassetto il proprio manoscritto e provare a pubblicarlo?
Fatelo se ne siete veramente convinti!
Come hai intercettato lastanzadelletorture?
Sui social. Ti seguo!
Nota: …ma ci si conosce da una vita! Ho conosciuto Emanuela quando avevo dieci anni, ero appena arrivata a Torre del Lago Puccini… Ma quello è un altro viaggio, in un’altra vita precedente!




Sono Cinzia.
Faccio la giornalista, con calma e con un occhio attento alla socialsfera.
Racconto i dettagli:
sia delle persone che intervisto (torturo!)
che dei luoghi che amo far conoscere.
Racconta chi sei e cosa fai
attraverso la tua tortura personalizzata!
Contattami!
La genesi della copertina
Per arrivare alla copertina finale, Filippo Pedani (“È il ragazzo di mia figlia Chiara”) ha rielaborato una foto rappresentativa del Cammino di Emanuela








I numeri del primo Cammino di Emanuela
Km totali: 317
Giorni: 12
Dal: 14 aprile
Al: 26 aprile
Il peso dello zaino: da 12 kg della prima versione a 6,9 kg della versione finale (“Ora sono arrivata a 4,9 kg”, dichiara orgogliosa!)
Chi è Emanuela De Luca
Nata a: Viareggio (Lucca), “orgogliosamente al Tabarracci”, specifica!
Il: 3 febbraio 1966
Vive a: Torre del Lago Puccini (Lucca)
Che lavoro fa: fisioterapista all’Ospedale Versilia
Che scuola ha frequentato: Liceo Scientifico a Viareggio e Laurea in Fisioterapia
Passioni/hobby: camminare
Moglie di: Stefano
Mamma di: Chiara e Zegeyew
Dove possiamo trovarla
Facebook https://www.facebook.com/emanuela.deluca.121
Instagram https://www.instagram.com/emadeluca66/




“Una promessa è una promessa” di Emanuela De Luca si può acquistare online.
Ecco alcuni link dove trovarlo:
Porto Seguro Editore
Amazon
Mondadori Store








Le percentuali destinate all’autrice derivanti dalla vendita del libro saranno interamente devolute ad AIL Associazione italiana contro le leucemie-linfomi e mieloma
Li torturo tuttiiiii!!!
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