Ultimo aggiornamento 18 Maggio 2022

L’INTERVISTA
pubblicata sul magazine Paspartu 16 dicembre 2013

Ormai è un cliché parlare d’amore. Su questo numero di Paspartu, scegliamo di fare una chiacchierata con un personaggio che, del “parlar d’amore”, ne ha fatto una professione.
Francesco Alberoni: chi meglio di lui può illuminarci su questo vasto e irrisolto argomento? Lo abbiamo incontrato nel corso di una conferenza organizzata a Viareggio dal Soroptimist Club Viareggio Versilia.

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D: Professore, lei da una vita studia l’amore e scrive
R: Studio i sentimenti e le passioni. Ma i miei libri non sono manuali del “cosa fare per ottenere cosa”. Sono messaggi rigorosi che contengono molte osservazioni, alcune delle quali anche divertenti, che invitano a riflettere.

D: Si è mai occupato del tema della violenza sulle donne?
R: Quest’anno mi sono trovato diverse volte a parlare di questo argomento, anche se devo dire che io mi sono sempre occupato non di violenza nella coppia, ma di amore.

D: Lei tratta l’argomento Amore da una vita
R: Ho iniziato negli anni Settanta e in quei tempi poteva sembrare una curiosità studiare l’amore, ma per un sociologo serio era invece una cosa seria!

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cinzia donati giornalista e blogger 2

Sono Cinzia.
Faccio – con calma! – la giornalista e la blogger, con un occhio attento alla socialsfera.
Amo intercettare e raccontare persone, personaggi e luoghi da scoprire attraverso le interviste, che chiamo scherzosamente “torture”!

Sono appassionata di tecniche e interventi mirati a dare visibilità, come ad esempio la tortura personalizzata o il corretto uso dei social.
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D: Sono cambiate tante cose da allora
R: La famiglia un tempo era fondata su pilastri molto solidi. La gente, arrivata a una certa età, si sposava. Capitava che qualcuno rimaneva solo, ma la maggior parte si sposava. C’era la legge che puniva l’adulterio, non c’era il divorzio. Tutto questo è scomparso nel giro di 30 anni. Laddove finiscono le regole che durano da secoli, si trovano strade nuove, si percorrono camminamenti nuovi perché i vecchi non ci sono più.

D: Al giorno d’oggi, che cosa può tenere insieme una coppia?
R: Il nucleo essenziale di una famiglia, cioè una coppia, è tenuta insieme non dalla legge, non dalla religione. Sembra incredibile: ma la gente oggi rimane insieme finché si ama. Quando non si ama più, si va via. E non c’è niente che ci ferma… Forse, a volte, i soldi (ride).

D: Quindi l’amore unisce una coppia
R: Sì. E all’amore non si può sostituire la legge. La forza dell’amore non sopporta in nessun modo gli ordini, le imposizioni, la legge. Non solo essi non servono più, ma se li usi, distruggi l’amore.

D: Partiamo dall’inizio: due si incontrano…
R: Quando due esseri umani si incontrano, ciascuno vuole il riconoscimento dell’altro e subito c’è uno scontro, c’è la competizione. C’è solo un momento della vita umana in cui questa cosa scompare: quando c’è l’amore.

D: Quando ha iniziato a studiare l’amore?
R: 33 anni fa ho scritto “Innamoramento e Amore” e mi sono posto il problema. Adesso si parla di amore malato, breve, rotto. Una volta invece non si parlava di amore, c’erano le comuni, l’amore era considerato cosa da Liala, da piccoli borghesi. Ricordo ad esempio “Porci con le ali”, dove non c’è mai la parola “amore”. Ecco: in quel momento mi è parso opportuno dire: “Guardate che c’è l’innamoramento!”.

D: Esistono tanti tipi di amore
R: Tantissimi. Un’infinità di tipi di amore: quello della madre per il figlio, quello tra amici e tanti altri… A me interessava invece un tipo di amore che stabilisce tra due persone un legame fortissimo, un legame che dura, che consente di costruire una cosa che va al di là dell’attrazione. Succede che si mette in moto un’energia… Poi magari questa coppia dura due mesi, due anni, dieci anni, la durata non ha importanza.

D: Cosa succede esattamente?
R: Secondo me entra in campo una parte del cervello che i miei amici neuropsicologi non hanno ancora scoperto! (ride)

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D: Nei suoi libri lei tende a classificare le cose
R: A me piacciono le classificazioni, perché vengo dalle scienze pure. Ci sono gli innamoramenti e ci sono le infatuazioni. Esistono, ad esempio, le infatuazioni competitive: uno prende una cosa e un altro vuole proprio quella cosa lì. Nei Comandamenti troviamo “Non desiderare la roba di altri”, quindi si tratta di una cosa molto forte! Ci piace quello che gli altri ci dicono che piace. Nei romanzi rosa c’è sempre la rivale e l’eroina deve lottare contro la rivale per arrivare al suo amore puro. In realtà è un triangolo! Quando c’è questo meccanismo, nel momento in cui arrivo all’obiettivo, non mi interessa più. E’ una gara. Ti interessa una cosa, se interessa ad altri. È un processo che in realtà non è innamoramento.

D: Facciamo una distinzione fra amicizia e amore
R: Allora: cosa vuol dire “amico”? Un amico è una persona che prova per te un sentimento di lealtà, simpatia. Se ti porta via il portafoglio, il rapporto cessa di esistere, perché cessa la fiducia. Senza fiducia, non c’è l’amicizia. Ecco: nell’amore erotico tutto questo si sopporta, attraverso meccanismi tortuosissimi si arriva a sopportare tutto.

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D: Uomini e donne sono differenti in amore
R: Sul piano erotico, ci sono differenze abissali, dal punto di vista della sensibilità, che vengono ignorate sistematicamente da tutti. Ma basta vedere cosa leggono gli uomini (Gazzetta dello Sport) e le donne (Vogue, 50 sfumature di grigio). Poi, quando una donna guarda un uomo, lo vede in tanti particolari: potere, forza, odori, ardimento, ne percepisce la durezza o la morbidezza. L’uomo, quando guarda una donna, cosa vede? Ha solo una vaga idea delle sue rotondità e del colore dei capelli! (ride) Quando un uomo entra in una stanza, le donne presenti lo guardano e poi te lo sanno descrivere nei dettagli. Gli uomini invece non vedono la donna, vedono una sagoma e dicono che è bella, se tutti lo dicono. Poi la donna sa parlare di sentimenti, mentre l’uomo ne parla poco, inciampa nelle parole. Un uomo può fare sesso con le donne più abominevoli e poi innamorarsi di quella che vede angelicata, perché l’uomo divide sesso e amore. La donna no: la donna innamorata vuole eroticamente il suo uomo.

D: C’è ancora speranza di salvare le coppie?
R: Finché c’erano tutte le regole, tutto funzionava. Adesso è saltato tutto. Non è tanto facile, da questo caos, ricostruire la famiglia coniugale che parla anche dell’amore appassionato. Soprattutto in questa era di internet, dove è facile parlare del proprio rapporto in crisi con innumerevoli persone dall’altra parte del mondo che non hai mai visto. Allora poi si parla di divorzio: io trovo che le mie amiche divorziste siano i becchini dell’amore. Certo, un grande amore appassionato non è la cosa più semplice del mondo, è più facile parlare di tenerezza, di affetto.

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D: È possibile che nasca un amore da un innamoramento? E che un amore duri a lungo con le stesse proprietà dell’innamoramento?
R: Diciamo “a lungo” perché ormai abbiamo rinunciato a dire “per sempre” (ride). L’innamoramento non è un colpo di fulmine, è un processo che può essere breve o lungo. Dopo un certo tempo, puoi dire che in quel momento ti sei innamorato, ma te ne accorgi dopo che è passato quel preciso momento. Il processo si può fermare in qualsiasi punto. E ci sono i punti di non ritorno. Sono i punti in cui uno cede a qualcosa. Ma poi l’altro, magari dopo qualche anno, gliela fa pagare. Quando vi imponete le cose, guardate che le pagate tutte eh! Quando compaiono la coercizione e l’obbligo, l’amore se ne va.

D: L’amore non è bello se non è litigarello
R: È una grande fesseria. I litigi creano dei mattoni che a loro volta creano muri insormontabili. Sono pugnalate che creano dolori. Poi c’è la vendetta, il “te la farò pagare”, che distrugge l’amore. Succede che la coppia, a un certo punto, entra in una bolla magica. Se in questa bolla fa entrare il “te la farò pagare”, dopo 10 anni tutto finisce.

“Quando non si ama più, si va via. E non c’è niente che ci ferma… Forse, a volte, i soldi (ride)”

D: E la fedeltà?
R: Per ricostruire l’ordine bisogna ridefinire le parole, i concetti. La parola “fedeltà” va ridefinita. Per una donna è impossibile, assurdo contaminare quel magico rapporto, è come metterci una goccia di veleno e dice a lui: “Attento, perché se contamini il rapporto, poi non torna più tutto come prima”.

D: La televisione che ruolo ha in tutto questo?
R: Ai giovani viene insegnato come rompere una relazione, come distruggere un rapporto e tutto ciò viene dalla televisione.

D: Come si arriva alla violenza?
R: Bisogna sempre dire le cose, sempre dire cosa piace e cosa non piace, senza imporre. Per fare un esempio: esiste una coppia, lei, a un certo punto, sente che quella vita non le piace più, prende i figli e se ne va. Ciò accade perché è libera. E a lui viene l’istinto di spaccarle la testa. In amore non c’è diritto e non c’è dovere. C’è libertà. Non si può prendere l’impegno di amarsi per sempre per contratto. Le persone sono libere. Bisogna iniziare a capire questo. Poi bisogna anche capire che nulla nell’essere umano è statico, l’amore procede con un andamento a onde, ci sono alti e bassi. Ci sono quelle persone che ripetono spesso: “Mi ami? Mi ami? Mi ami?”. E allora uno gli risponde: “No! E nelle prossime tre ore no!” (ride). Io poi sono un cognitivista: credo che se qualcuno si trova male, è sempre perché ha commesso precedentemente un errore.

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D: Abbiamo paura di innamorarci
R: Sempre! L’innamoramento è sempre preceduto dalle difese contro l’innamoramento. Il momento in cui cadono le difese: è lì che ci si innamora.

D: Ci si disinnamora?
R: No. Quando qualcuno dice “Mi sono disinnamorato”, è perché prima non era innamorato. Non ci si disinnamora. Succede però che il processo arriva alla lacerazione. Uno dei due non prova più il piacere dello stare insieme, di parlare insieme, anche di litigare e poi di ritrovarsi d’accordo. L’amore è un piacere. Quando questo piacere cessa, le donne in genere sono più drastiche, invece gli uomini la tirano lunga, magari si fanno un’amante.

“Ci sono quelle persone che ripetono spesso: “Mi ami? Mi ami? Mi ami?”. E allora uno gli risponde: “No! E nelle prossime tre ore no!” (ride)”

D: Ma si può rimanere insieme se l’innamoramento è finito?
R: Sì. Si può restare insieme anche se non ci si ama più, perché magari ci si vuole bene. In questi casi poi ci si trova un’altra compagnia! (ride)

D: Di cosa parla il suo ultimo libro?
R: Ne “L’ arte di amare. Il grande amore erotico che dura” cerco di dire quali sono le condizioni minime per far durare l’amore erotico. Non si sa per quanto, ma per farlo durare un po’. E poi, quando finisce, evitare di dire: “Di chi è la colpa?”, fase in cui tutti diventano tribunali dell’inquisizione, che è una cosa terribile.

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Chi è Francesco Alberoni

Francesco Alberoni, sociologo e scrittore, studia l’amore. Il suo libro più conosciuto, “Innamoramento e Amore”, è stato tradotto in 30 lingue. Da una vita studia i sentimenti e le passioni.

FOTO DI RINALDO SERRA E FRANCA POLIZZANO

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