Ultimo aggiornamento 3 Novembre 2023

L’INTERVISTA
pubblicata sul magazine Paspartu 16 dicembre 2008

Incontriamo la signora Lollobrigida in occasione di una delle sue tante visite a Pietrasanta, città che poco tempo fa le ha conferito la cittadinanza onoraria, dove si sente particolarmente a suo agio e dove ha creato tante sculture, alcune delle quali sono esposte in piazza Duomo e nella Chiesa di Sant’Agostino (fino al 6 gennaio 2009).

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Lollo con la folla in piazza Duomo a Pietrasanta (Foto Lauro Lenzoni)

Signora Lollobrigida, ci parli di questa mostra…
Ho voluto interpretare in maniera diversa il cinema anni Cinquanta. Tra le sculture ci sono la Regina di Saba, Paolina Borghese, Esmeralda, che è la scultura più imponente. I materiali sono il marmo e il bronzo. Poi ci sono anche tante fotografie.

Tra i suoi ammiratori ci sono tanti personaggi famosi: citiamone alcuni…
Andrea Bocelli, ad esempio, che veniva molto spesso a trovarmi, toccava le mie sculture e mi ha chiesto di farne una per lui. Poi ricordo anche Marilyn Monroe, molto sensibile. Liza Minnelli è una cara amica.

Quali sculture ha in cantiere?
Si tratta di due progetti: uno su Fidel Castro e uno su Rudolf Nureyev.

Nella sua vita si è dedicata all’arte e al cinema. Di cosa è maggiormente soddisfatta?
L’arte è andata bene, ma per il resto lasciamo andare. A Mosca e a Parigi mi hanno detto: “Pensavamo di conoscere Gina Lollobrigida attraverso i suoi film, ma dopo aver visto la mostra ci siamo ricreduti”. Poi sono ambasciatrice della FAO, a cui ho donato la mia prima scultura dedicata al mondo dei bambini. Sono molto sensibile ai problemi dell’infanzia e del Terzo Mondo.

“Nel 1999 mi sono rifugiata qui a Pietrasanta per dedicarmi alla scultura, dove la gente mi rispetta e rispetta la mia privacy”

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Lollo e Petite Danseuse, bronzo 1994 (Foto Lauro Lenzoni)
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Sono Cinzia.
Faccio – con calma! – la giornalista e la blogger, con un occhio attento alla socialsfera.
Amo intercettare e raccontare persone, personaggi e luoghi da scoprire attraverso le interviste, che chiamo scherzosamente “torture”!

Sono appassionata di tecniche e interventi mirati a dare visibilità, come ad esempio la tortura personalizzata o il corretto uso dei social.
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A Pietrasanta viene volentieri?
Molto. Essendo cittadina onoraria di Pietrasanta, qui mi sento a casa mia. C’è da dire che amo le sfide, ecco perché sono a Pietrasanta in veste di scultrice, dove ci sono scultori da tutto il mondo che capiscono cosa vuol dire fare bene arte.

Perché questo titolo per questa mostra, “Vissi d’arte”?
È una dedica alla mia cara amica Maria Callas, che come me ha costruito una carriera solo con le proprie forze, cosa molto difficile.

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Lollo con Marina Ripa di Meana (Foto Lauro Lenzoni)

Tra i registi con cui ha lavorato, chi ricorda più volentieri?
Vittorio De Sica.

Ci parli della sua passione per la fotografia…
Amo molto la fotografia. Da bambina avevo il sogno di dedicarmi all’arte in qualche modo. Per la scultura c’è bisogno di maturità, inoltre è un’arte molto costosa. Nel 1999 mi sono rifugiata qui a Pietrasanta per dedicarmi alla scultura, dove la gente mi rispetta e rispetta la mia privacy.

Come ha deciso di dedicarsi interamente alla scultura?
Guardando Giacomo Manzù non ho resistito: ho detto basta con tutto il resto, mi dedico solo alla scultura. Successe che Manzù stava lavorando a una scultura e io posavo per lui come modella. Era quasi ultimata, mancavano solo le mani e io non trovavo il tempo di tornare nel suo studio a posare. Così lui prese la scultura e la distrusse. Più avanti gli portai delle foto che avevo scattato per Vogue Francia. Riallacciai il rapporto e decidemmo di rifare un’altra scultura, a figura intera. Fu l’ultima scultura che fece, poco prima di morire. Poi successivamente la moglie me la donò.

“A Pietrasanta mi sento a casa mia: posso uscire in pantofole o con la polvere di marmo in viso e nessuno ci fa caso”

Tra i film che ha interpretato, qual è quello che le è rimasto particolarmente nel cuore?
Direi “Notre Dame de Paris”, da cui è venuta fuori la scultura forse più bella: Esmeralda, che ora si può ammirare in piazza Duomo.

Perché ha scelto proprio Pietrasanta?
È un posto molto importante per l’arte: ci sono laboratori e artisti da tutto il mondo. Io che amo le sfide ho pensato di venire proprio qui, dove la critica e il giudizio sono più appropriati e dove lavorare è più difficile, perché in casa propria è sempre più difficile farsi apprezzare. A Pietrasanta gli artisti sanno apprezzare il bello e il brutto, ci sono abituati. Poi veramente mi sento a casa mia: posso uscire in pantofole o con la polvere di marmo in viso e nessuno ci fa caso… Qui si respira un’aria di tranquillità: quando l’ho vista ho capito che valeva la pena fare una mostra qua. Il giudizio degli artisti competenti è molto importante. È una specie di “anteprima”.

Avrebbe voluto dedicarsi all’arte, ma poi ha scelto il cinema…
Da bambina sapevo che avrei dovuto dedicarmi all’arte, ma il destino ha voluto diversamente. Uscendo dall’Accademia di Belle Arti, per due volte mi fermarono per chiedermi se volevo fare cinema, ma risposi di no. Siccome c’era crisi e dovevo mangiare, ho fatto la comparsa. Ma per le parti da protagonista ho sempre detto di no, fino all’incontro con De Sica.

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Lollo con Primavera, marmo 2002 (Foto Lauro Lenzoni)

Un fotografo che le è rimasto particolarmente impresso?
Robert Kappa. Ha lavorato nel film “Il tesoro dell’Africa”, per la regia di John Huston. Amava scherzare con Huston ed era bravissimo come fotografo. Da lui ho imparato molto per la fotografia.

Tra fotografia e scultura, cosa preferisce?
La fotografia ce l’ho nel sangue, l’ho fatta per quaranta anni. La scultura mi si addice molto perché si è padroni di se stessi. Non c’è il regista come al cinema. Mi piace anche il documentario, invece di questi reality… Il documentario documenta la realtà…

Nelle sue sculture c’è allegria…
Sì, sono piene d’oro e di colori. Sono i personaggi che ho interpretato al cinema, rivisti in maniera diversa.

“La fotografia ce l’ho nel sangue, l’ho fatta per quaranta anni”

E le foto?
Ho girato tutto il mondo e ho fatto delle foto incredibili. Qui a Pietrasanta ce ne sono alcune mai viste. Dopo di qui, la mia mostra andrà in giro per il mondo.

Chi ha voluto vicino in questo momento importante?
Gli amici veri e ce ne sono sempre molto pochi. Purtroppo molti amici cambiano faccia e non sono esperienze piacevoli. Ma il personaggio più importante è il mio nipotino Dimitri, di 14 anni. Mio figlio è in Indonesia. Quando siamo andati a Massa, Dimitri mi ha riempito la macchina di marmi!

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Lollo con Esmeralda, bronzo 2002 (Foto Lauro Lenzoni)

C’è un riconoscimento che non ha ancora ricevuto e le piacerebbe ricevere?
Ma… A volte sembra che debba rimanere “diva” e basta e che non possa esprimermi in altro modo. In Francia, ad esempio, quando hanno visto che la scultura non era una piccola parentesi, la reazione non è stata troppo benevola. Ma poi Mitterand si è ricreduto e mi ha conferito la “Legion d’Onore”.

Segue le mode?
No, non le ho mai seguite. Faccio quello che sento e mi esprimo con le esperienze e i ricordi della mia vita. L’arte è comunicazione. Alcune sculture rappresentano me che interpreto i vari personaggi.

Un riconoscimento ricevuto a cui tiene particolarmente?
In Italia, una delle soddisfazioni più importanti l’ho avuta a Firenze, dove ho ricevuto un riconoscimento per me molto significativo, perché lo hanno ricevuto solo tre donne: Margherita Hack, Rita Levi Montalcini e io.

Ha incontrato Marilyn Monroe. Che ricordo ha di quell’incontro?
L’ho incontrata nel 1954 a New York. Con lei abbiamo fatto una foto insieme e siamo diventate amiche. L’ho vista piangere, perché era molto sensibile alle offese. Di lei ho un ricordo molto caro. Sono molto amica anche di Liza Minnelli.

Progetti futuri?
Farò una mostra fotografica in California, nel Museo di Santa Barbara. Poi tornerò a Roma e preparerò un libro: un’antologia fotografica con almeno 400 scatti.

“Ho incontrato Marilyn Monroe nel 1954 a New York. Con lei abbiamo fatto una foto insieme e siamo diventate amiche. L’ho vista piangere, perché era molto sensibile alle offese”

Chi è Gina Lollobrigida

Donna forte, dai molti talenti, Gina Lollobrigida rimane uno dei miti del cinema nel mondo.
Nata a Subiaco, seconda di quattro figlie, Gina ha ricordi di un’infanzia con molte difficoltà durante la Seconda Guerra Mondiale. La sua carriera cinematografica è iniziata per caso, quando i talent scout cercavano possibili attori tra la gente per strada. È stato Vittorio De Sica, certo delle potenzialità artistiche di Gina, a convincerla a continuare nella carriera cinematografica. E’ stata diretta da grandi registi come John Huston, Renato Castellani, Mario Monicelli, Luigi Comencini, Carol Reed, René Clair, Jean Delannoy, Christian Jaque, Vittorio De Sica in più di sessanta film, talvolta recitati addirittura in tre lingue con grandi attori come Humphrey Bogart, Alec Guinnes, Gérard Philipe, Eduardo De Filippo, Vittorio Gassman, Yul Brinner, Sean Connery, Marcello Mastroianni, Frank Sinatra, Rock Hudson ed Anthony Quinn. Molto versatile nell’arte figurativa, ha prodotto un’impressionante documentazione fotografica sui molteplici aspetti della vita dell’uomo mostrando un costante interesse verso l’infanzia. Ha frequentato artisti contemporanei come Francesco Messina, Giacomo Manzù, Ilia Glazunov, Giorgio De Chirico, Salvador Dalì, Jacob Epstein. Quando le chiedevano di posare per loro, lei, lusingata, accettava, ma osservava con attenzione il loro lavoro, cercando di carpire il segreto del loro talento e della loro arte. Ha continuato a fare di tanto in tanto qualche scultura e, proprio osservando Giacomo Manzù che la ritraeva, decise di riprendere in maniera definitiva a scolpire. Dal 1990 ha ripreso in pieno la sua attività di scultrice, che aveva trascurato per il cinema. Ha modellato più di 60 sculture, di cui alcune in marmo.
Gina Lollobrigida, da oltre 10 anni, crea la propria arte nell’atelier di Pietrasanta e per tale motivo, a coronamento del felice e duraturo sodalizio, ha accettato di iniziare il proprio tour espositivo, che la vedrà esporre la propria esuberante e poliedrica arte nelle più importanti capitali internazionali, proprio da Pietrasanta, che lo scorso dicembre le ha tributato la più alta onorificenza comunale, nominandola cittadina onoraria.

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Lollo con Massimo Mallegni (al momento dell’intervista era sindaco di Pietrasanta) e Fata Turchina, bronzo 2003 (Foto Lauro Lenzoni)
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Lollo e Massimo Mallegni con la folla in piazza Duomo a Pietrasanta (Foto Lauro Lenzoni)
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La folla all’inaugurazione della mostra (Foto Lauro Lenzoni)

FOTO DI LAURO LENZONI

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