Ultimo aggiornamento 18 Maggio 2022
L’INTERVISTA
pubblicata sul magazine Paspartu 16 luglio 2012
L’argomento, quando si parla di persone che hanno bisogno d’aiuto, non è dei più allegri, lo sappiamo. Ma abbiamo pensato che fosse giusto, proprio perché è estate e tutto va verso l’allegria e la spensieratezza, dedicare un piccolo spazio anche a qualcosa che ha una certa importanza, anche se a prima vista potrebbe sembrare meno in linea con la positività del solleone estivo… Ma se ci pensate, parlare di persone dal cuore d’oro, non vi tira su il morale proprio come una bella giornata di sole?

D: Partiamo dall’inizio. Dove e quando è nata?
R: A Camaiore, esattamente ai Frati, il 29 luglio 1948.
D: Ci racconti qualcosa della sua famiglia di origine
R: Sono l’ultima di quattro figli. Mio fratello maggiore ha 15 anni più di me: quindi c’è una bella differenza di età. Sono nata da genitori purtroppo non giovanissimi e malati. Io invece sono nata di sette mesi e pesavo otto etti.
D: Fin da subito è stata una vita difficile, quindi
R: Sì. Mi ha cresciuta mia sorella, perché mia madre soffriva di epilessia. Molto presto ho dovuto essere autosufficiente.
D: Ha iniziato presto a lavorare?
R: Sì. Aiutavo mia madre, che aveva la lavanderia Biancaneve a Lido di Camaiore. Poi a 13 anni mio padre e mio fratello mi aprirono il mio primo negozio di antiquariato, sulla via Aurelia a Lido di Camaiore.








Sono Cinzia.
Faccio – con calma! – la giornalista e la blogger, con un occhio attento alla socialsfera.
Amo intercettare e raccontare persone, personaggi e luoghi da scoprire attraverso le interviste, che chiamo scherzosamente “torture”!
Sono appassionata di tecniche e interventi mirati a dare visibilità, come ad esempio la tortura personalizzata o il corretto uso dei social.
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D: Aveva in mente esattamente quello oppure avrebbe preferito fare un lavoro diverso?
R: Volevo fare la parrucchiera, ma i miei mi presero un negozio.
D: Poi ha continuato a fare l’antiquaria?
R: Sì. Ho gestito il mio negozio da sola fino a cinque anni fa.
D: Quindi poi è diventata una passione?
R: Sì. Una grande passione. Avevo 17 anni quando ho iniziato a viaggiare in Europa per scegliere i pezzi di antiquariato da importare. Partecipavo alle famose aste di Christie’s e di Sotheby’s.
D: È sposata? Ha figli?
R: Nel luglio 1984 io e Giovanni ci siamo messi insieme. Abbiamo due figli. Luciomaria, che ha 28 anni e vive e lavora in Giappone, e Matteo, che ha 24 anni e ha studiato scienze politiche.
D: Come nasce il suo impegno nel sociale?
R: Sono sempre stata sensibile nei confronti delle persone deboli, di qualunque ceto sociale. Mi sono sempre avvicinata a loro.
D: Ad esempio?
R: Ho frequentato la casa famiglia del Ceis per essere di aiuto ai ragazzi coinvolti nella droga. Poi sono una delle sostenitrici della Misericordia di Lido di Camaiore, che ho iniziato a frequentare a 18 anni. Poi nel 2001 scoprii di avere un tumore al seno. Fui operata e iniziai a fare chemio e radioterapia a Pisa.
D: Che sensazione ricorda di quel momento?
R: Mi sentii, nel giro di un giorno, da donna in carriera a donna finita. Decisi che il tempo che mi sarebbe rimasto l’avrei speso nel volontariato. Durante il periodo della chemio, notai molta solitudine tra le persone malate. Decisi di fare qualcosa di concreto.
D: Da dove iniziò?
R: Parlai con la mia oncologa dell’epoca, la dottoressa Ilaria Pazzagli e le chiesi se secondo lei poteva essere utile aprire un punto di ascolto per donne in Versilia. Non perché la donna soffra di più, è chiaro, ma perché manifesta di più le proprie emozioni e vidi che c’era bisogno di parlare, di confrontarsi, anche di piangere insieme. C’era bisogno di far circolare informazioni importanti sulla malattia, che magari potevano arrivare da medici specialisti volontari.
D: Iniziò a lavorare al progetto?
R: Organizzai, nel 2002, una riunione alla MiseLido con la comunità, per capire se stavo proponendo un’idea in cui qualcuno avrebbe potuto credere.
“Avevo 17 anni quando ho iniziato a viaggiare in Europa per scegliere i pezzi di antiquariato da importare. Partecipavo alle famose aste di Christie’s e di Sotheby’s”




D: Come rispose la comunità?
R: Ricevetti supporto e adesioni che non mi sarei aspettata. Trovai il nome “Per Te Donna” al progetto e iniziai a proporlo. Fu accolto con entusiasmo da medici specialisti che si misero gratuitamente a disposizione.
D: Ebbe subito una sede?
R: Come primo passo, eravamo presenti fisicamente presso la MiseLido e attivammo una linea telefonica amica. Successivamente ci siamo trasferiti sulla via Aurelia ed entro settembre avremo la sede nuova.
D: In che modo opera “Per Te Donna”?
R: Abbiamo attivato una convenzione con la ASL Versilia per il supporto ai reparti di oncologia e day hospital oncologico dentro l’ospedale Versilia. Poi forniamo assistenza domiciliare per affiancare e aiutare le famiglie dei malati. Possiamo dare informazioni e suggerimenti per le pratiche burocratiche, come ad esempio la pensione, l’assistenza, l’invalidità. Abbiamo anche una psicologa a disposizione gratuitamente in sede e a domicilio.
D: Quanti iscritti ha l’associazione?
R: Circa 180, di cui una trentina sono molto attivi.
D: Donne e uomini?
R: Gli iscritti sì. Le attiviste in maggioranza sono donne.
D: Fate delle riunioni tra iscritti?
R: Ogni giovedì, nel reparto oncologia del Versilia e nella nostra sede, organizziamo il “Pomeriggio del Thé”. Ci troviamo per parlare e per fare quelle attività che ci permettono di autosovvenzionarci, come le perline, l’uncinetto, le composizioni floreali…
D: È soddisfatta dei risultati?
R: Sì. Mi meraviglio dei risultati positivi.
D: Qualcosa da migliorare?
R: Diciamo che c’è ancora molto da fare per convincere le persone a muoversi da casa.
“Trovai il nome Per Te Donna al progetto e iniziai a proporlo. Fu accolto con entusiasmo…”




D: Parliamo di una cosa che ho sentito dire: un progetto riguardante le parrucche…
R: Sì, “Un fiore tra i capelli”, è un progetto nato per caso nel 2004. Durante la chemio andai a comprarmi la parrucca e scoprii che non si poteva né detrarre né che veniva rimborsata. Essendo una cosa di cui la maggior parte dei malati ha bisogno, pensammo di proporre al Comune di Camaiore di rimborsare il costo della parrucca alle proprie residenti. Il Comune approvò la proposta all’unanimità. Poi passammo anche agli altri sei comuni della Versilia e poi alla Regione Toscana. Enrico Rossi, che a quel tempo era Assessore alla Sanità della Regione, nel 2007 approvò il progetto. Quindi la Toscana è la prima regione italiana che inserisce la parrucca nei livelli essenziali di assistenza.
D: Bel traguardo!
R: Il 16 giugno 2008 il progetto fu esteso, in Toscana, anche alle persone che soffrono di alopecia permanente.
D: A livello nazionale a che punto siamo?
R: Ci stiamo provando!
D: Progetti futuri?
R: L’impegno più grande è terminare la costruzione della nuova sede, in via Fratelli Rosselli a Lido di Camaiore. Lì organizzeremo gli incontri per preparare i nostri volontari, ci sarà un ambulatorio a disposizione degli specialisti, ci saranno una cucina e un salone per ospitare il corso “Gusto e Salute” con la dottoressa Stefania Bambini, nutrizionista e biologa che si presta gratuitamente per spiegare l’alimentazione corretta.
D: Sarà quindi una sede grande?
R: Circa 190 mq. Forse inauguriamo entro settembre. Il progetto di costruzione è dello Studio Associato Pucci (architetto Marco Bettini) con gli ingegneri Gianluca Raffaelli e Renato Tofanelli.
D: Ci racconti qualcosa di lei che non riguarda il volontariato e che magari pochi sanno…
R: Posso dirti che da ragazza, da 15 a 18 anni, ho giocato a calcio! Ero centro mediano nel Viareggio Calcio.
D: Come si rilassa?
R: Vado in montagna. Nel 1969 comprai una casa a Cardoso e da lì raggiungo la Pania, il Procinto, il Forato, che sono luoghi che amo. Adoro Pruno, Volegno, Cardoso. Poi mi rilasso anche con l’orto.
D: Un messaggio per i giovani?
R: Quando si crede profondamente in qualcosa, anche se sembra un discorso utopistico, si può raggiungere. E se nelle cose ci si mette il cuore, si può trovare anche chi è disposto ad ascoltare.
Ci racconti qualcosa di lei che pochi sanno
“Da ragazza, da 15 a 18 anni, ho giocato a calcio! Ero centro mediano nel Viareggio Calcio”




Per contattare “Per Te Donna”:
telefono 0584 904564 – 335 5744768 – 336 704735
http://www.ass-pertedonna.it
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