Ultimo aggiornamento 9 Ottobre 2023
Ho partecipato alla conferenza stampa – in diretta streaming su Zoom – di presentazione di “La musica che gira intorno”: due serate dense di grandi personaggi del mondo dello spettacolo e della musica. Due puntate andate in onda il 15 e il 22 gennaio su RaiUno, in prima serata, condotte da Fiorella Mannoia, con la regia di Duccio Forzano.
Canzoni, musica, duetti, monologhi con tantissimi ospiti. Il tutto guidato da Fiorella Mannoia, “Una donna”, sottolinea in conferenza stampa il direttore di RaiUno Stefano Coletta, “che porta avanti il proprio coraggio, ma sempre con grandissima eleganza e gentilezza”.
Fiorella Mannoia ha risposto a tante domande

Intervista a Fiorella Mannoia
Ami le collaborazioni?
Non si lavora mai da soli. Da soli non andiamo da nessuna parte. Bisogna stare insieme, bisogna condividere le cose, avere intorno collaboratori che la pensano come te, che hanno la tua stessa visione. Non si può lavorare con persone con cui non si condividono le cose.
A chi ti ispiri per la conduzione televisiva di programmi musicali?
Quando la prima volta la Rai mi ha affidato il sabato sera, il mio primo pensiero è andato a Mina. Era lei la mattatrice dei sabato sera, con i quali io stessa sono cresciuta. Prendevo sulle spalle un’eredità pesante. Era lei con la sua ironia, con quel disincanto… Una volta Mario Luzzatto Fegiz (giornalista, ndr) mi disse: “Hai un’aria un po’ da cavallona sul palco che ricorda Mina”. Ecco questa cosa mi è rimasta in mente. Nel suo modo di fare, nel suo modo di essere naturale, io mi sento molto vicina a lei, anche se vocalmente completamente diversa. Io vedevo lei nella mia testa e il mio modello sono stati i suoi sabato sera.
Cosa pensi quando ti rivedi in tv – 40 anni fa – cantare “Caffè nero bollente”?
Mi rivedo e sorrido. Perché quando torni così tanto indietro nel tempo è come l’effetto di quando ritrovi le fotografie dentro un cassetto. Se tu mi avessi fatto vedere quella cosa pochi anni dopo avrei detto: “Nooo! Per carità! Non mi voglio vedere con quel ciuffo, quei pantaloni di pelle, quella camicia dorata!”. Adesso sorrido, perché sono passati talmente tanti anni, che rido di me stessa, mi suscita ironia e anche tenerezza. Mi rivedo dopo 40 anni e fa tenerezza, quando ancora non sapevo quale strada avrei preso. “Caffè nero bollente” la canto sempre, perché secondo me è una bella canzone, ma diciamo che la mia voce mi ha portato poi da un’altra parte.
“La musica che gira intorno” è una canzone di Ivano Fossati. Lo hai sentito, magari per invitarlo a cantarla insieme?
(ride, ridiamo tutti, consapevoli di quanto Fossati sia refrattario alla televisione) Questa canzone è stata di ispirazione a questo programma, perché la musica gira intorno a noi e non ci lascia mai. Nessuna forma d’arte ha questa capacità di rievocare il passato. Ci sono canzoni che ti ricordano momenti, amori finiti, amori nati, sapori, odori, luoghi… Non c’è una forma d’arte che ha questa capacità straordinaria. Per cui ho preso in prestito questa canzone di Ivano. Gliel’ho detto, naturalmente. Gli ho detto che avremmo intitolato questi due show con una sua canzone. È stato naturalmente felice. Ho provato a dire se voleva partecipare, in qualsiasi qualità, anche solo passare dietro al palco, senza dire niente (ride), ma ha detto: “Sto tanto bene a casa e non ci penso”.

Hanno aderito tutti quelli che hai invitato?
Sì. È un attestato di amicizia, di stima, di condivisione. Mi ha emozionato. Tutti i nomi che abbiamo ipotizzato, hanno aderito tutti. Questo veramente per me è stato motivo di emozione.
È stato difficile convincere Zucchero?
No, devo dire che non è stato tanto difficile convincerlo. Ma tutti hanno accettato subito l’invito. Questo per me è importante, perché vuol dire che si sentono a casa. Penso anche che un cantante che organizza una cosa di musica dà una garanzia. Si sentono protetti e a proprio agio.
C’è un duetto che inaspettatamente ti ha messa in difficoltà e uno con cui inaspettatamente ti sei trovata particolarmente a tuo agio?
In difficoltà no. È normale che se duetti con Giorgia, poi alla fine la devi lasciare andare, perché lei ha una vocalità che io non posseggo, per cui ci troviamo fino a un certo punto, poi la devi lasciar volare e lei vola, va dove io non arriverei mai, però non la vedo come una difficoltà, anzi ero felice di vederla. Ci sono artisti con cui sono più in sintonia vocalmente e altri con cui è stato stimolante. Secondo me uno dei duetti più simpatici è quello con Marco Giallini.
“Non mi dispiacerebbe, se ci fosse un ruolo adatto a me, ripetere l’esperienza cinematografica”
Con gli anni sei sempre più bella. Ti fa piacere se te lo dicono?
Sì, devo dire che mi fa piacere.
Nel 2016 hai preso parte al film “7 minuti” diretto da Michele Placido. In futuro hai in previsione di fare cinema?
Ringrazio Michele Placido, perché mi aveva dato la possibilità e io mi sono messa alla prova su una cosa che non avevo mai sperimentato. Sono stata felice di aver partecipato a “7 minuti”. Sì, onestamente mi piacerebbe, ma non mi chiamano! (ride) Io sono qua: invito qualsiasi regista, perché l’esperienza mi è piaciuta! A parte gli scherzi, non mi dispiacerebbe, se ci fosse un ruolo adatto a me, ripetere l’esperienza cinematografica. Ne sarei ben felice di potermi mettere alla prova di nuovo, visto che dopo l’esperienza di “7 minuti” Michele era contento e questa per me è stata la più grande soddisfazione, visto che poi lui non è proprio una persona che si accontenta degli attori, vuole qualcosa di più.
Un tuo commento su quello che sta succedendo adesso in Italia (lockdown e governo)?
In questo momento siamo tutti con i nervi tesi. Non solo noi operatori dello spettacolo, ma soprattutto le attività commerciali. Sul governo vedo tanta confusione, ma non c’ho capito niente!


Sono Cinzia.
Faccio – con calma! – la giornalista e la blogger, con un occhio attento alla socialsfera.
Amo intercettare e raccontare persone, personaggi e luoghi da scoprire attraverso le interviste, che chiamo scherzosamente “torture”!
Sono appassionata di tecniche e interventi mirati a dare visibilità, come ad esempio la tortura personalizzata o il corretto uso dei social.
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Ci sarà Amadeus tra i tuoi ospiti?
Guarda, quando ci sono le serie tutti mi odiano perché spoilero (ride). Perciò non posso spoilerare. Dico solo che non si sa.
Era per sapere se magari poi ricambierai il favore… (La domanda nascosta era: “Sarai a Sanremo?”, ma prima dell’inizio della conferenza stampa ci avevano specificato che potevamo fare domande solo sul programma “La musica che gira intorno”, quindi ecco il tentativo maldestro di parlarne lo stesso!, ndr)
(ride) Ma… Non lo posso dire, ancora non so niente (di Sanremo, ndr). Per ora c’è questo, che è già un impegno grosso.
Come reagisci quando ti dicono “donna con le palle”?
Gli attributi li lascerei stare. Ma ringrazio perché capisco il senso e lo spirito di carineria con cui viene detto.
Com’è lavorare senza pubblico?
Avere davanti una platea vuota è innaturale. Abbiamo immaginato gli applausi, ma non è facile. È come entrare in un teatro e cantare davanti al nulla. Ma la sicurezza viene prima di tutto, quindi dobbiamo aspettare tempi migliori.
“La parte allegra di me non la vedeva nessuno e questa cosa iniziava a farmi soffrire”
Cosa pensi della censura su Internet di cui si parla in questi giorni?
Ci sono delle regole. In generale sono contro la censura. Ma se stiamo dentro una casa gratis con delle regole, queste regole vanno rispettate.
Come hai scelto le canzoni per i duetti?
Li abbiamo pensati e scelti al momento in cui gli ospiti hanno aderito. Li abbiamo scelti insieme, ci siamo confrontati perché le tonalità delle voci sono diverse.
Come hai scelto gli ospiti?
Ho contattato quelli a me più vicini. Negli anni ho collaborato quasi con tutti gli artisti. Ho scelto quelli che conosco meglio, quelli con cui ho già collaborato in passato. Sono persone le cui strade negli anni si sono incontrate con la mia.
Avete valutato l’ipotesi del pubblico distanziato?
Ho preferito senza pubblico, piuttosto che vederli seduti distanti l’uno dall’altro.

Negli ultimi anni ti sei lasciata andare, vero? Non sei più nella torre d’avorio…
Sì, è vero! Io di carattere non sono irraggiungibile. Ma interpretare canzoni di autori importanti mi faceva sentire molto la responsabilità. Mi sentivo sempre più stretta e imprigionata, perché io di carattere sono allegra. A un certo punto, è stata come una deflagrazione e ho detto “basta!”. E ne sono felice! La parte allegra di me non la vedeva nessuno e questa cosa iniziava a farmi soffrire. Quel ruolo non mi andava più.

“C’è musica per la testa, che fa pensare, c’è musica per il cuore, che fa emozionare, c’è musica per le gambe, che trasmette allegria e fa ballare. Ci sono parole per le canzoni e ci sono parole che diventano storie da raccontare… Le nostre storie… La nostra musica”
(Fiorella Mannoia)

NOTA: Le domande e le risposte dell’intervista sono state raccolte durante la conferenza stampa. Le foto (tranne le due sul palco che sono di Roberto Panucci) sono screenshot del video scattati nel corso del collegamento via Zoom.
Li torturo tuttiiiii!!!
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