Ultimo aggiornamento 18 Maggio 2022
L’INTERVISTA
pubblicata sul magazine Paspartu 16 gennaio 2015
Giuse Tantignoni Perazzo, o meglio “La Giuse”
Chi è “La Giuse”?
È una persona simpaticissima, prima di tutto, poi anche giornalista, scrittrice, poetessa in lingua e in vernacolo, cantautrice “clandestina”, come si definisce lei. Ma si definisce anche creativa, “casinista”, “ex pessimista genetico-endogena”…
Usa parole originali, la Giuse, perché è appassionata ed esperta di etimologia, che studia l’origine delle parole.
Nel 1992 fu invitata da Maurizio Costanzo a presentare il suo libro “Compresse di vita” (sottotitolo “Umorismo al femminile”), che lo impressionò in senso positivo.
A Novara, anni fa, teneva un corso di italiano corrente, uno di italiano “creativo”, uno di latino ed è stata conduttrice televisiva e radiofonica di programmi per bambini sulla “parola”. Conduceva (per beneficenza) un cabaret estemporaneo, basato sull’umorismo.





Giuse, da dove partiamo?
Partiamo dalla mia grande passione: la lingua italiana. Che parte dallo studio della lingua latina, secondo un metodo innovativo che ho inventato io…
Hai inventato? Specifichiamo meglio
In passato, quando vivevo a Novara, tenevo gratuitamente, per passione, corsi di latino. Latino intesa come lingua viva, da studiare attraverso un metodo innovativo inventato da me, ma è meglio non stare qui a spiegarlo…
Passioni a parte, qual era la tua professione?
A 22 anni mi sono laureata in Lettere Moderne e dopo ho insegnato lingua italiana e lingua latina. Se adesso mi dessero la possibilità, continuerei ad insegnare gratuitamente, per passione.
Sei esperta di etimologia
L’etimologia delle parole è importante. Non basta insegnare a memorizzare, a ricordare attraverso le immagini, bisogna insegnare a ricercare l’etimologia, per capire bene le parole che usiamo.




Questa passione per la lingua italiana da dove nasce?
Ho iniziato a 15 anni ad occuparmi delle parole, anche spinta da mia mamma, che era maestra. Cosa posso dire? Che mi piace sapere da dove vengono le parole!
Scrivi?
Ora scrivo per passione. Scrivo quello che capita. Soprattutto aforismi, io li chiamo “flash mentali”. Maurizio Costanzo mi disse che mi avrebbe presentato alla Mondadori perché gli piacevano i miei aforismi. Mi disse di farmi viva, ma io non lo feci. In quel periodo morì mio marito e io non ci pensai più alla Mondadori…
“Eugenio Montale… Gli cantai qualcosa al telefono!”
Maurizio Costanzo? Abbiamo saltato un passaggio
Nel 1992 fui invitata al “Maurizio Costanzo Show”, perché pubblicai un mio piccolo libretto di aforismi e la casa editrice lo portò al Salone del Libro di Torino. La redazione del Costanzo mi telefonò per invitarmi e io risposi “Ma che scherzo è questo?” (ride). Comunque andai, mi intervistò perché gli era piaciuto il mio umorismo.
Parliamo un po’ della tua vita a Novara
Con l’Assessorato alla Cultura di Novara, tenni un corso di italiano corrente, uno di italiano “creativo” e uno di latino inteso come lingua viva. Poi, per passione e gratuitamente, facevo cabaret estemporaneo nei teatri e nelle tv private piemontesi. Improvvisavo coinvolgendo il pubblico. Era una cosa umoristica.




Grande cosa l’umorismo, per chi ce l’ha
L’umorismo non va confuso con la comicità. Il comico ha bisogno di un testo scritto – magari da altri – e lo recita. L’umorismo invece è genetico, è la forma più alta e più rara dell’ironia. L’umorista ride prima di tutto di se stesso.
Parliamo del giornalismo
Sono iscritta all’Ordine dei Giornalisti Elenco Pubblicisti da quando avevo 30 anni. Ho collaborato con radio e tv private della provincia di Novara, con il settimanale “Il Sabato Nuovo”, con il mensile “Novara Mese” e con tante altre testate.
“Con Francesco e Rosa Alberoni periodicamente ci incontriamo per parlare di cultura, di sociologia, di attualità”
Di cosa ti occupavi nei tuoi articoli?
Mi lasciavano abbastanza libera di scegliere i temi, perché capivano che ero uno spirito libero. Mi occupavo di interviste. Ho intervistato Dario Fo, Giorgio Gaber, di cui poi sono diventata amica, Salvo Randone, moltissimi personaggi negli anni Sessanta, Nilla Pizzi, che mi chiese di scrivere la sua biografia, cosa che non ho fatto… Un’altra occasione perduta! Scrissi di Enzo Iacchetti quando era sconosciuto. I miei temi erano le interviste, oppure le recensioni di libri o articoli su problemi scolastici.
Scrivevi a mano o con la macchina da scrivere?
Mi sono sempre definita “analfabeta tecnologica”. Ho sempre scritto a mano su carta. I miei colleghi ridevano di me e io rispondevo che il riso fa buon sangue. Scrivevo a mano a casa e poi portavo gli articoli in redazione e il caporedattore me li batteva a macchina. Il mio lavoro comunque era l’insegnamento, il giornalismo era un hobby.




Raccontaci qualcosa dei tuoi amici famosi! Indro Montanelli…
Gli scrissi una lettera in seguito a una condanna che subì. Mi rispose con una lettera autografa, dove diceva che non scriveva mai a nessuno, ma che la mia lettera avrebbe potuto fargli da cura per la sua depressione, venuta in seguito alla condanna. Mi disse di continuare a scrivergli e infatti ci siamo scritti per alcuni anni. Qualche volta mi ha telefonato per salutarmi. Ci siamo poi incontrati alla Versiliana anni dopo.
Vittorio Sgarbi…
Mia madre – che per inciso è morta a 102 anni – lo conosceva e si scrivevano. Ho circa un centinaio di sue lettere e tantissime dediche. La sua dedica più bella è “A Giuse, che capisce tutto”. Poco tempo fa sono andata a trovarlo a Forte dei Marmi. Parte della mia attività giornalistica l’ho dedicata a lui.




In che senso?
Ho raccolto, dal 1991 ad oggi, circa 150 interviste che parlano di lui. Ho intervistato personaggi, più o meno famosi, chiedendo loro di dirmi la loro opinione di Vittorio Sgarbi. È una specie di “Cosa pensano i personaggi famosi di Sgarbi”. La raccolta è pronta e comprende anche una lunga intervista a lui, ma manca la casa editrice per la pubblicazione.
Eugenio Montale…
Lo conobbi per telefono quando insegnavo Lettere all’Università Cattolica del Sacro Cuore a Milano. Montale era un uomo con una bella voce. Nel 1946 mi disse per telefono che avrebbe voluto fare il cantante lirico. Io in quel periodo scrivevo canzoni per diletto e cantavo in teatro per una compagnia dialettale. Gli cantai qualcosa al telefono! (ride) Poi gli mandai alcuni testi di canzoni scritti da me e mi rispose che secondo lui avrei dovuto pubblicarli come se fossero poesie e aggiunse che avevamo in comune il dono della poesia.
“Di Vittorio Sgarbi, ho circa un centinaio di lettere e tantissime dediche”
Carlo Azeglio Ciampi…
Quando era ancora Presidente, mi scrisse facendomi i complimenti per i miei articoli.
Francesco e Rosa Alberoni…
Siamo amici da anni. Ci telefoniamo e periodicamente ci incontriamo per parlare di cultura, di sociologia, di attualità. Spesso canto loro le mie canzoni.
Marino Moretti…
Scrisse una poesia per me. Ho ancora l’originale, scritta a mano. Insieme a mio marito, andavo a trovarlo a casa sua a Cesenatico tutti gli anni. Aveva una tartaruga centenaria di nome Carlotta e mi disse: “Se un giorno scriverai di me, ricordati di Carlotta!”.




Il futuro
Vorrei riprendere i contatti con Vittorio Sgarbi e pubblicare il libro dedicato a lui in occasione del suo compleanno, che è il 9 maggio, per fargli un omaggio. Ho preso contatti con il pittore Giorgio Michetti, che a dicembre ha compiuto 101 anni, che illustrerà questo volume. Poi vorrei dedicare un po’ più tempo ai miei due nipotini Filippo e Marco, che cercano di convertirmi all’utilizzo di Internet!




Abbiamo finito
Posso salutare qualcuno?
Ma certo!
Enzo Iacchetti, la dottoressa Elvira Bruno di Viareggio e Lorenzo Toncelli di Viareggio. Sanno che uscirà questa intervista, così faccio loro una sorpresa!




Carta d’Identità
Nata a: Novara
Il: 27 settembre 1924 (ci tiene a precisare che ha 90 anni tondi tondi!)
Vive a: Viareggio dal 1993
Studi: Laureata in Lettere Moderne alla “Cattolica” di Milano nel 1946 con 110 e lode
Impiego attuale: Casalinga
Grande passione: La lingua italiana




Li torturo tuttiiiii!!!
Ti piacerebbe essere torturato, ehm… intervistato da me?
Ti piacerebbe parlare di te e raccontare ciò che fai, la tua attività, la tua professione?
L’intervista ti farà uscire dall’invisibilità!
Dai un’occhiata a come funziona! –> Cosa posso fare per te
*Cosa puoi fare per me?*
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