Ultimo aggiornamento 18 Maggio 2022

L’INTERVISTA
pubblicata sul magazine Paspartu 1 ottobre 2012

Abbiamo incontrato Marina Rei a Torre del Lago Puccini, nel Gran Teatro, che per tre giorni ha ospitato BoomArt, il Festival nato con lo scopo di incoraggiare le vocazioni artistiche dei giovani, sotto la direzione artistica di Francesca Pasquinucci e Davide Giannoni.

marina rei con francesca pasquinucci e davide giannoni foto di GIACOMO MOZZI
Marina Rei con Francesca Pasquinucci e Davide Giannoni

D: Come mai hai scelto di cantare per professione?
R: È stata una scelta abbastanza obbligata, nel senso positivo del termine. La mia è una famiglia di musicisti: i miei genitori e i miei nonni erano musicisti. Certo la creatività è un dono, è un impulso innato. È stata una scelta non pensata, è successo perché era quello che sentivo. Avendo avuto questo specchio della mia famiglia, per me è stata una cosa naturale. Però ad esempio mio fratello ha fatto un’altra scelta. La creatività innata certamente ci vuole.

D: E il talento?
R: Bisogna avere anche un talento innato. Che va poi costruito con lo studio, la ricerca, la sperimentazione, le esperienze che si fanno anche sbagliando.

D: Il talento viene sempre fuori, se c’è?
R: Credo che oggi in Italia ci siano tantissimi giovani di grande talento. Questo però non vuol dire che venga tirato fuori nel modo giusto. Quando una persona si rende conto di avere questo talento, dovrebbe avere la volontà di riuscire in qualche modo e volercela fare, anche se con enormi difficoltà.

D: Le difficoltà in Italia al momento sono tante?
R: Ma sai, l’arte a mio avviso è qualcosa che il sistema e la politica attuale tendono a sopprimere, a offuscare. L’arte apre le menti e l’apertura delle menti fa paura. I giovani però non hanno paura. Credo sia importante tenere sempre in mente e a fuoco l’obiettivo comune nell’arte, che è la bellezza. Tutto ciò che intende abbrutire è da escludere. Dovremmo essere fieri e orgogliosi di quello che l’Italia potrebbe dare, invece c’è una realtà statica che va contrastata e combattuta sotto ogni aspetto.

D: In che modo?
R: Bisogna mettere la nostra voce. Io sono per la rivoluzione del cuore, delle menti, delle anime. La nostra forza di volontà deve esserci. Sappiamo che c’è crisi, che non c’è lavoro, sappiamo tutto questo. Però il talento ce l’abbiamo e dobbiamo fare qualcosa, ovviamente rimboccandoci le maniche.

marina rei foto di LORENZO SIMONINI
cinzia donati giornalista e blogger 2

Sono Cinzia.
Faccio – con calma! – la giornalista e la blogger, con un occhio attento alla socialsfera.
Amo intercettare e raccontare persone, personaggi e luoghi da scoprire attraverso le interviste, che chiamo scherzosamente “torture”!

Sono appassionata di tecniche e interventi mirati a dare visibilità, come ad esempio la tortura personalizzata o il corretto uso dei social.
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D: Anche tu fai così? Ti metti in discussione?
R: Tutti i giorni mi metto in discussione. Sono molto critica con me stessa. Non mi piace mai il mio risultato, mi piace migliorare e crescere.

D: E quando qualcuno ti dice che non vai bene?
R: Ci saranno sempre momenti in cui qualcuno ti dice che non vai bene. Però io già lo dico a me stessa! Così quando faccio qualcosa, già dal giorno dopo cerco di migliorare.

D: Sei precisa?
R: Non è questione di essere precisa. Piuttosto è una questione di dedizione, di passione che metto nel mio lavoro. Poi devo dire che i miei genitori, avendo studiato gli strumenti musicali, sono i primi a criticarmi e a spingermi a migliorare.

D: Qual è il futuro della musica?
R: Non sono le multinazionali né le grandi compagnie. Il futuro è l’indipendenza.

D: Bisogna essere ottimisti?
R: Posso dire che io sono una persona molto curiosa in generale. Amo sperimentare, studiare, ricercare. Cerco sempre cose nuove, sono molto attenta ai giovani talenti, ma nelle strade indipendenti, tra le persone che non si vedono in televisione. La ricerca per me è fondamentale, però non tutti fanno così. Certamente è dura per tutti, non è facile per nessuno. Però vedo intorno una specie di sonno generale, un “addormentamento” nei confronti dell’arte, quando invece c’è un sacco di cose belle da vedere. Sì, dobbiamo essere ottimisti, non bisogna farsi prendere dall’inevitabile depressione di chi dice che va tutto male. Se si dice che va tutto male, finisce che non si fa niente.

D: Che rapporto hai con la televisione?
R: A volte mi sento dire: “È tanto che non ti si vede” e io rispondo: “Ma dove?”. Chi mi dice così intende dire che non mi si vede in televisione e a me va benissimo così. Il mio mestiere è cantare e se vado in tv voglio cantare dal vivo. Perciò dove vado? A parte quella di Serena Dandini, non ci sono altre trasmissioni dove andare e cantare dal vivo.

marina rei foto di GIACOMO MOZZI
Marina Rei sul palco di BoomArt Festival

D: Cosa pensi dei talent show?
R: Se si pensa che il talent sia musica, penso proprio che allora c’è qualcosa che non va. In televisione vedo lo sfruttamento: i giovani vanno in tv, dove ti promettono in qualche modo la felicità, ti fanno toccare con mano la popolarità mediatica immediata. Questo è veramente lo sfruttamento dei sogni dei giovani ed è profondamente sbagliato.

D: La tv è cambiata da quando hai iniziato?
R: È tanto cambiata nel tempo, in poco tempo! Mi permetto di dire che, quando io ho fatto Sanremo, c’erano altri talenti e la scelta dei cantanti si faceva ancora in base al talento artistico. Poi sì, magari c’era anche qualche imbucato, ma in questi ultimi due anni hanno fatto veramente delle scelte riguardo agli artisti non artistiche, ma mediatiche. Hanno scelto gli artisti che presenziano di più in televisione. Pippo Baudo sceglieva in base alla canzone, lo dico e mi assumo la responsabilità di ciò che dico. Negli ultimi due anni il criterio di scelta non è stato più questo.

D: Ci torneresti quindi a Sanremo?
R: Ma guarda, non è più una questione di volontà dell’artista. Se oggi vai a Sanremo, ci vai perché in una settimana fai un sacco di promozione.

D: Esiste la collaborazione tra artisti?
R: A me piace parlare direttamente con gli artisti, senza passare da manager o da uffici stampa, perché secondo me gli artisti, fra loro, devono parlarsi, anche quando non si conoscono e magari trovare il modo giusto può sembrare difficile.

marina rei foto di LORENZO SIMONINI

D: Qual è l’esperienza a cui sei più legata?
R: Non lo so… Ce ne sono tantissime… Ogni esperienza è legata a un periodo della mia vita e ogni esperienza ha lasciato comunque un segno, bello o brutto che sia.

D: La tua voce è cambiata nel tempo?
R: Il suono della voce cambia nel tempo. Sì, negli anni la mia voce è cambiata tantissimo. Ho studiato: ho preso lezioni di canto lirico, ho preso lezioni di canto dalla maestra dei Guns ‘n’ Roses, dal punto di vista della ricerca ho lavorato molto. Una base tecnica ci vuole. Detto questo, io ho imparato dal vivo, con gli anni, con i concerti. All’inizio si va e si tira fuori la voce in maniera maleducata e va bene così. Con il tempo e lo studio, la maleducazione della voce diventa educazione.

D: Come si fa a capire se la voce va bene?
R: Se la tua voce ti piace, cioè se per te è gradevole, allora va bene così. Se penso a come canto adesso e come cantavo dieci anni fa, mi piace come canto adesso, perché ho trovato il mio centro.

D: Studi ancora?
R: Sì. Il cambiamento continua. Però vedo che altri colleghi nel tempo non cambiano, perché magari hanno trovato un loro mercato discografico e non vogliono rischiare di perderlo.

“Negli anni la mia voce è cambiata tantissimo. Ho studiato: ho preso lezioni di canto lirico”

D: Dovendo fare un riassunto della tua carriera fino ad oggi?
R: Ho avuto la fortuna di esser portata per questo lavoro e non è poco. Ho avuto parecchie occasioni importanti. Ho avuto la fortuna di crescere in una famiglia di musicisti. Ho avuto anche occasioni mancate. Credo che le cose accadano nei tempi in cui devono accadere: preferisco dire così piuttosto che vivere di rimpianti. Sì, è così: le cose accadono quando devono accadere.

D: Ti programmi la giornata?
R: Vivo alla giornata-programmata! Sono una persona molto precisa.

D: Dici mai “basta”?
R: Lo dico spesso. E’ un “basta” però dovuto alla fatica, ma poi è talmente tanta la voglia di fare ciò che so fare…

D: Progetti futuri?
R: Mi piacerebbe ampliare la ricerca, magari produrre qualcuno. Comunque fare quello che so fare!

marina rei foto di GIACOMO MOZZI

“Non mi piace mai il mio risultato, mi piace migliorare e crescere”

Chi è Marina Rei

Figlia di genitori musicisti, madre violista e padre batterista, Marina Restuccia (in arte Marina Rei) ha sempre respirato musica di diverse ispirazioni, una musica che ha alimentato in lei contrasti e nutrito al tempo stesso la ricchezza della sua formazione. Intorno ai 18 anni, alla ricerca di una identità artistica autonoma, Marina ha formato un suo gruppo grazie al quale ha iniziato a mettere a fuoco l’obiettivo artistico da perseguire. Contemporaneamente ha registrato due dischi dance in inglese, con i quali ha riscosso un discreto successo in Giappone. Ma soprattutto è in quel periodo che ha iniziato a suonare nei locali, scoprendo la varietà di sensazioni che solo i concerti sanno suscitare. Nel 1994, dopo anni di concerti dal vivo e di studio delle percussioni, firma con una major, la Virgin, con la quale pubblica il suo primo singolo importante (“Sola”, aprile 1995) e partecipa per la prima volta al Festival di Sanremo con il pezzo “Al di là di questi anni”, col quale vince il Premio della Critica 1996. Nello stesso anno pubblica il suo primo album in italiano, “Marina Rei”. Ai tempi del secondo album, “Donna” (1997), il meccanismo discografico si era già fatto impegnativo e logorante, sottraendole tempo ed energie alla scrittura di testi e musica. Marina inizia a non condividere a pieno le scelte della casa discografica, tra queste (la più sofferta) quella di una seconda partecipazione al Festival di Sanremo. I primi segnali di questo forte desiderio di cambiamento affiorano in “Anime Belle” (1998), soprattutto nel brano “Un inverno da baciare” (sua terza partecipazione sanremese), per manifestarsi poi in tutta la loro complessità e pienezza nell’album “Inaspettatamente” (2000), il primo lavoro interamente scritto, parole e musica, dall’artista romana. Nel 2000 è passata dalla Virgin alla BMG e ha iniziato la collaborazione con Daniele Sinigallia. Dalla forte intesa instaurata con lui è nato l’album “L’incantevole Abitudine” (2002).  Nel 2004, pubblica con un’etichetta indipendente l’album “Colpisci”, nuovamente prodotto da Daniele Sinigallia; da questo disco è estratto “Fammi entrare”, canzone con la quale torna a Sanremo. Nel 2007 pubblica “Al di là di questi anni”: un progetto coraggioso e suggestivo nel quale rivisita in chiave acustica il suo repertorio, interpretandolo con una band composta da un quartetto d’archi oltre che da pianoforte, chitarra e, soprattutto, dalle percussioni suonate da lei stessa. Nel dicembre 2008 partecipa all’ International Book Fair di Guadalajara, in Messico. L’8 maggio 2009 è uscito “Musa”, album di inediti decisamente al femminile, interamente scritto e prodotto da Marina stessa, che descrive figure femminili forti, donne fuori dagli schemi. Il 18 settembre 2012 è uscito il nuovo album: “La conseguenza naturale dell’errore”.

FOTO DI GIACOMO MOZZI E LORENZO SIMONINI

SI RINGRAZIANO MARCO PAOLI E GABRIELE BALDACCINI

Li torturo tuttiiiii!!!
Ti piacerebbe essere torturato, ehm… intervistato da me?
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