Ultimo aggiornamento 18 Maggio 2022

L’INTERVISTA
uscita sul magazine Paspartu 1 giugno 2010

Incontriamo Michela Lombardi a Lido di Camaiore, dove sta ristrutturando la casa in cui andrà a vivere entro breve insieme al marito.
Michela ha tre anime ben distinte l’una dall’altra: una dance, che si chiama Malina, una jazz, che è la Michela Lombardi più conosciuta, e una pop, che porta il nome di Pernilla

1.6.2010 con michela lombardi
Io con Michela Lombardi, 1 giugno 2010

D: Michela, a parte la casa dove andrai a vivere, hai qualche altro collegamento con la Versilia?
R: Certo! Sono nata a Viareggio e i miei genitori sono da sempre i titolari del ristorante “Da Bernardone”, che ora è a Nocchi di Camaiore. Poi sono titolari anche del Bagno Oasi a Lido di Camaiore.

D: Allora sei versiliese a tutti gli effetti! Scusa se te l’ho chiesto, ma sai, visto che canti in inglese…
R: Ah! L’inglese lo conosco bene perché ho iniziato a studiarlo a otto anni. Ero alle elementari e mi ero presa una bella cotta per un bambino inglese. Per parlare con lui iniziai a studiare la sua lingua! Poi, visto che la mia intenzione era di studiarlo seriamente, i miei genitori mi mandarono in una scuola specifica per impararlo bene. Poi devo dire anche che insieme ai miei fratelli (ho un fratello e una sorella) e ai miei cugini ascoltavo i dischi in inglese. Anche quello mi ha aiutato…

D: Cosa ascoltavate?
R: Soprattutto Elvis Presley.

D: Poi dall’ascolto sei passata al canto…
R: Ho iniziato con la dance. Nel 1999 con il nome di Malina ho pubblicato un mio disco pop-rock, “Gently Hard”. Pensa che in questo disco ospitavo Petra Magoni in un pezzo e Stefano Bollani (moglie e marito, NDR) in un altro pezzo. Però poi loro due, che ora sono sposati, si sono conosciuti l’anno dopo!

D: Ebbe successo “Gently Hard”?
R: Due brani furono remixati in versione dance ed ebbero un discreto successo.

D: La dance quindi è il tuo primo amore?
R: No! Il mio primo amore sono le cantautrici blues, soul e country.

D: Ad esempio? Qualche nome?
R: Suzanne Vega, Janis Joplin, Tori Amos, Dusty Springfiled, Sheryl Crow, Bonnie Raitt…

“A 35 anni ho finalmente iniziato a scrivere in italiano”

Michela Lombardi
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D: Quindi da sempre canti e componi in inglese…
R: Sì. Però a 35 anni ho finalmente iniziato a scrivere in italiano.

D: In che momento hai capito che il tuo lavoro avrebbe avuto una svolta decisiva?
R: Il 2003 è stato un anno folgorante! Ho prodotto il mio primo disco jazz “Small Day Tomorrow”. Da lì tutti gli altri si sono susseguiti, fino ad arrivare all’ultimo uscito “The Phil Woods Songbook VOL. 1”.

D: Quindi uscirà presto il VOL. 2?
R: Sì, in autunno.

D: Per chi non lo conosce, chi è Phil Woods?
R: È un grandissimo sassofonista. Per chi non è jazzofilo, è il sax che fa l’assolo sulla famosa “Just the way you are” di Billy Joel. Nel jazz è una delle leggende viventi.

D: Come lo hai conosciuto?
R: Ho iniziato scrivendo un pezzo per lui in italiano, poi ne ho scritti alcuni in inglese. Successivamente ha avuto occasione di ascoltare la mia voce e ha deciso di affidarmi l’interpretazione della raccolta di tutti i suoi pezzi, che appunto sono pubblicati in questi due volumi.

D: Abbiamo parlato della tua anima dance e di quella jazz. Ne hai una terza, se non sbaglio…
R: Sì. Quella pop. Nel 2009 ho scritto due pezzi pop per Karima, che conosco dal 2004: “Riflessi” e “Un domani per noi due”.

D: Quindi hai iniziato l’anno scorso a scrivere in italiano?
R: Eh sì! Grazie a Riccardo Dellocchio, chitarrista della band aretina Casa del Vento, è nata la mia terza anima, che si chiama Pernilla e fa pop italiano.

D: Perché dici “grazie a Riccardo Dellocchio”?
R: Perché Pernilla è un progetto cantautoriale italiano nato con lui. Riccardo ha suonato nell’ultimo disco di Patti Smith.

D: Con Pernilla quindi le tue anime, in tutto, sono tre?
R: Sì. Non a caso sono laureata in Filosofia e la mia tesi era sull’io multiplo, che secondo me non vuol dire mancare di coerenza, come molti credono, ma piuttosto significa prendere il meglio da ogni anima!

Michela Lombardi

D: Riassumiamo queste tre anime…
R: Malina, dance e rock; Pernilla, cantautrice in italiano; Michela Lombardi, jazz.

D: Quale è la tua preferita?
R: Mah… Alla fine Michela Lombardi! Soprattutto perché nel jazz ho maggiore libertà e posso spaziare.

D: In che senso puoi “spaziare”?
R: Il jazz è un genere in cui non ci si pone il problema di dover rispondere a dei canoni imposti. Non ci si pone il problema commerciale, perché il jazz già di per sé non è commerciale!

D: Al momento che lavoro fai?
R: Cantante e insegnante di canto.

D: Da quanto tempo lo fai come lavoro a tempo pieno?
R: Da metà anni Novanta, però ero ancora studentessa. Poi dal 2002, anno in cui mi sono laureata, è diventato il mio lavoro fisso.

D: Dove vivi?
R: A Lucca. Ma sto ristrutturando una casa a Lido di Camaiore.

D: Frequenti qualche locale in Versilia?
R: A venti anni frequentavo i locali della Darsena di Viareggio. Però non andavo in discoteca, se non per cantare dal vivo.

D: Sei sposata?
R: Sì, da febbraio 2010.

D: Con un tuo collega?
R: No. Mio marito fa tutto un altro tipo di lavoro! Non ho mai avuto amori nel campo della musica!

D: Qualche esperienza lavorativa che ricordi con piacere?
R: Direi un mio pezzo contenuto nel disco di Malina, inserito nel cortometraggio “Sotto le foglie” di Stefano Chiodini, con Valerio Mastandrea e Cecilia Dazzi, che ha vinto il Globo d’Oro nel 2006. Ho scritto musica e testo. Poi ricordo con piacere anche la band Plisdebill, con cui nel 1998 feci un disco di cover funky-disco anni ’70-’80. Le voci eravamo io e Matteo Becucci.

“Il jazz è un genere in cui non ci si pone il problema di dover rispondere a dei canoni imposti”

D: Un pregio?
R: Riflessiva.

D: Un difetto?
R: Troppo riflessiva!

D: Un complimento che ti ha fatto piacere?
R: L’ho ricevuto quando Luciano Federighi, uno dei massimi esperti di vocalità jazz, soul e country, ha scritto di me che sono “una vera storyteller”, cioè una cantante che sa raccontare una storia. Del resto, per questo si fa musica: per raccontare agli altri come noi vediamo il mondo.

D: Invece una critica che non ti è piaciuta?
R: Quando le persone confondono la staticità con la coerenza. Io faccio cose diverse tra loro per la voglia di spaziare, non perché non sono coerente! Per me spaziare tra diversi generi è vitale per cogliere in ognuno di essi ciò che riflette una parte di me.

D: Che suoneria hai sul cellulare?
R: Ne ho due. Una per mio marito, “I’ve got a crush on you” di George Gershwin, cantata da me con le mie amiche di Lucca. L’altra, per tutti gli altri, è una registrazione dal vivo fatta a casa di Rita Marcotulli, mentre Rita e Riccardo Arrighini provavano un pezzo a quattro mani.

D: Usi Internet?
R: Sì. Vado spesso su Facebook e compro dischi di importazione su siti specializzati.

D: Progetti futuri?
R: Lavorare un po’ di più al progetto Pernilla.

Chi è Michela Lombardi

Michela Lombardi nasce a Viareggio il 19 dicembre 1973. Inizia a cantare dal vivo a 14 anni con una rock band, passa al soul e al blues per poi innamorarsi del jazz (che inizia a studiare con Tiziana Ghiglioni a Bologna nel 1994). Dopo una breve parentesi nella dance (genere nel quale ha inciso anche per la newyorchese TommyBoy Label e continua a scrivere hits), esordisce nel jazz pubblicando, a partire dal 2004, diversi cd con l’etichetta Philology, affiancata da alcuni dei più importanti jazzisti del panorama italiano. Si è esibita in molti festival in Italia, Francia, Belgio e Germania e nel 2009 ha inaugurato la stagione di jazz al Teatro dell’Opera di Tel Aviv. È inoltre un’apprezzata autrice, tanto da esser stata scelta dal grande sassofonista Phil Woods per cantare tutti i brani e scrivere alcuni testi per i due cd del “The Phil Woods Songbook”. Ha scritto due testi per l’Ep d’esordio di Karima, uno dei quali è l’adattamento ufficiale di un brano di Burt Bacharach. È laureata con lode in Filosofia, ha un Master in Teatro e un Diploma in Jazz al Conservatorio di Firenze.

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