Ultimo aggiornamento 9 Marzo 2023

Incontro Michele dentro il suo mondo: la Palestra Musicale di Pappiana, in provincia di Pisa.
Parliamo di cosa fa un vocal coach, sfatiamo alcune leggende metropolitane, dal diaframma all’estensione vocale, dalla gola secca agli stonati.
Parliamo della sua collezione di oltre 10mila vinili e di cosa pensa dei suoi colleghi famosi

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Alla postazione lavorativa

Michele, in breve, cosa fai qui alla Palestra Musicale?
Nel pomeriggio faccio lezioni di canto individuali e la sera invece palestra, cioè allenamento per la voce e il canto. La palestra poi funziona anche per la socializzazione e per imparare a stare di fronte a un pubblico.

Può venire chiunque per provare a cantare?
Sì. Anche per sapere se vale la pena dedicarsi al canto. Una persona viene qui e faccio una vera e propria audizione, nel senso che ascolto e dico subito il responso.

Quindi io potrei venire qui, farti sentire qualcosa e tu mi puoi dire se posso imparare qualcosa o se è meglio lasciar perdere?
Sì. In genere, prima di fare lezioni individuali di canto, consiglio sempre di fare almeno un mese di palestra.

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Che lavoro fai?
Lavori legati alla musica, ne faccio vari: vocal coach, produttore discografico, organizzatore di eventi, cantante e autore. Ho uno studio di registrazione dal 1993.

In cosa consiste il vocal coach?
Il canto è un allenamento. Mi definisco vocal coach perché faccio fare esercizi sia per le corde vocali che per i muscoli facciali.

Allievi diventati famosi?
Anni fa il piccolo Samuele Arusa ha partecipato a Tra sogno e realtà su La7. Poi ho preparato tanti adulti per i provini per The Voice Senior.

Con chi non lavori?
Con le persone che non accettano consigli. A loro, se si presentano, dico di non tornare!

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Sono Cinzia.
Faccio – con calma! – la giornalista e la blogger, con un occhio attento alla socialsfera.
Amo intercettare e raccontare persone, personaggi e luoghi da scoprire attraverso le interviste, che chiamo scherzosamente “torture”!

Sono appassionata di tecniche e interventi mirati a dare visibilità, come ad esempio la tortura personalizzata o il corretto uso dei social.
Contattami! oppure guarda i miei servizi qui

6 leggende metropolitane da sfatare

  1. Ma il diaframma esiste?
    Il discorso diaframma a spiegarlo è difficile, ma con l’allenamento si sente!
  2. L’estensione come funziona?
    Anche l’estensione si allena: ci sono molti casi che da un’ottava e mezzo sono passati a tre ottave.
  3. Con gli stonati come si fa?
    Gli stonati non esistono. Esistono solo voci non educate alla musica, che però possono imparare.
  4. È vero che il karaoke è un danno?
    È un divertimento, ma alla lunga danneggia le corde vocali.
  5. “Ho la gola secca”
    Quando una persona parla tanto dice “Ho la gola secca”, ma non è la gola, sono le corde vocali! Ci sono rimedi emollienti che funzionano. Ma nel lungo periodo consiglio di fare esercizi o dal logopedista o da un insegnante di canto.
  6. Si impara a parlare respirando correttamente?
    In circa dieci lezioni, cioè dieci ore, si può imparare a parlare senza arrivare a fine discorso “con la gola secca” oppure, peggio, senza voce.
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Un complimento in campo professionale/musicale che ti ha fatto piacere?
Spesso mi dicono che i miei brani suscitano grandi emozioni. Me lo disse pure la grandissima Milva.

Invece una critica che ti ha dato fastidio?
Quando sono andato a fare ospitate, a volte mi hanno presentato come un artista di peso, ironizzando sul mio fisico…

La tua attività da collezionista: quando è nata e perché?
Ho sempre avuto tanti dischi, fin da piccolo. Fui illuminato dalla voce di Farida e, collezionando lei, sono partito, fino ad arrivare a più di 10mila vinili, dal 1901 a oggi.

Parlando della tua collezione: qual è il pezzo più raro? Quello che ha più valore economico? Quello che ha più valore affettivo?
Il più raro è pure il più caro economicamente. Ne ho molti, ad esempio, lacche inedite oppure i primi dischi di qualche artista, spesso autoprodotti. Il primissimo di Zucchero, inciso con il gruppo Gli amici del mare, il primissimo della Rettore allora sconosciutissima e molti altri… Il mio grande affetto va ai dischi di Daniela Davoli, un’artista che stimo da anni. Ho speso una fortuna per accaparrarmi sue copie uscite all’estero come Canada, Brasile, Spagna, Germania, Venezuela, Argentina, oltre ovviamente all’Italia.

Il futuro di questi oltre 10mila vinili quale sarà?
Li donerò a qualche biblioteca, togliendo quelli più rari che destinerò a mia nipote Samantha, che è la mia erede. Inoltre la mia collezione iper completa di Daniela Davoli andrà ai figli di lei Samuele e Gioele, perché lei stessa non ha i suoi dischi!

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Progetti futuri imminenti?
Dopo il brano “Non è un like, è l’autostop” con i The Tuscans, che ha registrato oltre 250mila visualizzazioni su YouTube e il mio album “Storia di un cantautore”, dove ho racchiuso 30 anni di mie canzoni tratte dai miei album, sto realizzando brani nuovi con Andrea Praticò, mio amico e bravo chitarrista. Vorrei fare solo singoli, anche in vinile. Alla mia età fare album completi è impegnativo, ma mai dire mai…

Usi la tecnologia per mantenere i contatti con le persone?
Le amicizie che frequento di persona sono anche online. Molti musicisti e molti collezionisti li contatto online. Sì, sono molto tecnologico, sia per lavoro che per mantenere i contatti.

Un sogno?
Molti si sono avverati. Adesso vorrei che arrivasse al successo un mio allievo o allieva. Sarebbe un desiderio più che un sogno.

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“Il canto è un allenamento”

Passiamo alla “tortura”, insidiosa ma divertente!

Perché non sei mai andato a Sanremo?
Ci sono andato nel 1989, nella categoria emergenti. Avevo 19 anni e partecipai alla trasmissione di Claudio Lippi dove selezionavano gli emergenti. Arrivai alla finalissima, rientrando nei sei che sarebbero andati a Sanremo. Mi assegnarono una casa discografica che mi chiese una cifra di soldi improponibile. Mio padre mi disse che, se secondo me ne valeva la pena, potevo farlo, ma io non me la sono sentita.
Poi nel 1996 ci sono tornato e anche in quell’occasione mi chiesero un tot di soldi per realizzare il disco. Red Ronnie mi consigliò di rifiutare e mi prese con lui a Roxy Bar. Per una stagione sono stato presenza fissa a Roxy Bar. Cantavo con una band. Mi portò tantissima popolarità.

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Con Red Ronnie

Perché non sei mai finito sulla copertina di TV Sorrisi e Canzoni?
Perché il lancio grosso non l’ho avuto! (ride)

Perché non duetti con Adele o con Lady Gaga?
Perché no? Se si abbassano a cantare con me…

“Abbassano” in che senso?
Come popolarità intendo…

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Colleghi che stimi: nomi e cognomi
Enrico Ruggeri, Tiziano Ferro, Emma, Giusy Ferreri.
Li stimo perché hanno sempre fatto cose particolari e hanno voci che mi prendono.

Colleghi che non stimi: nomi e cognomi
Il non stimare è brutto. Diciamo che ti posso dire un artista che non incontra i miei gusti e di cui non ho neanche un disco fra gli oltre 10mila della mia collezione privata…

Spara!
Pino Daniele.

Mi puoi presentare Marco Masini?
L’ho conosciuto e ho fatto diversi spettacoli con lui, ma negli anni ci siamo persi. Quindi non te lo posso presentare! (ride)

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“Per una stagione sono stato presenza fissa a Roxy Bar”

Cosa pensi di…

Achille Lauro
È la nuova musica italiana per eccellenza, è il nuovo che avanza. Lo amo!

Maneskin
Non hanno fatto niente di nuovo che non fosse già stato fatto. Sono giovani e piacciono. A me no.

Marco Mengoni
Si consacrerà come “il cantautore”, perché è molto bravo, innovativo. Ha una bella presenza. Mi piace.

Lady Gaga
Mondiale! Non mi strappo i capelli per lei, però ci sa fare.

Laura Pausini
Mi ha stufato.

Irama
Bella voce, ma secondo me non ha i pezzi giusti. Molto preparato, ma non dalla scuola di Amici!

Sangiovanni
È un fuoco che sta per spengersi. Tra un paio di anni non ci sarà più.

Patty Pravo
Icona indiscussa della musica italiana, anche se ora sarebbe il tempo della pensione!

Vasco Rossi
L’artista italiano per eccellenza, sotto tutti i punti di vista. Non ha mai sbagliato un colpo. È un mito. L’ho conosciuto di persona: è così come lo vedi.

Ligabue
Ne faccio a meno.

Lazza
Non lo conoscevo e devo dire che il brano di Sanremo non è male. Potrebbe anche starci nell’Olimpo.

Mr. Rain
Dal nome pensavo fosse il solito rapper, invece a Sanremo ha portato una canzone molto carina. Sono andato ad ascoltare le cose precedenti e non mi hanno entusiasmato.

Tananai
Quest’anno è cambiato e migliorato rispetto allo scorso anno. Ma io lo preferivo lo scorso anno.

Ultimo
Non mi è mai piaciuto. Lo trovo presuntuoso, perché se non vince fa casino. È un artista che secondo me non può stare in questo mondo della musica, perché bisogna avere anche un po’ di umiltà, invece lui non ce l’ha.

Giorgia
L’ho apprezzata tantissimo all’inizio della sua carriera. Poi è andata peggiorando, perché secondo me non ha mai trovato le canzoni giuste. Comunque grande voce.

Madame
Per me non esiste. Trovo un po’ inutile quello che canta e sinceramente la trovo anche un po’ antipatica.

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Chi è Michele Del Pecchia

Nato a: Pisa
Nato il: 28 febbraio 1968
Vive a: Colognole, frazione del Comune di San Giuliano (Pisa)
Pregio: solare, amichevole, altruista
Difetto: “Ne ho tanti, da caratteriali a fisici. Mi affeziono molto alle persone e spesso rimango fregato”

Dove possiamo trovarlo

E-mail melody_records@libero.it
Alla Palestra Musicale, a Pappiana (Pisa) presso il Circolo Arci 90 in via Lenin n.96, aperta al pubblico lunedì, giovedì e venerdì

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Li torturo tuttiiiii!!!
Ti piacerebbe essere torturato, ehm… intervistato da me?
Ti piacerebbe parlare di te e raccontare ciò che fai, la tua attività, la tua professione?

L’intervista ti farà uscire dall’invisibilità!
Dai un’occhiata a come funziona! –> Cosa posso fare per te

*Cosa puoi fare per me?*
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