Ultimo aggiornamento 18 Maggio 2022
Giornalista, collaboratore di Avvenire, Musica Jazz e altre testate, scrittore – da pochi giorni è uscito il suo libro su Renato Zero “Il mercante di stelle. Le storie dietro le canzoni” – ho conosciuto Andrea Pedrinelli iniziando la mia collaborazione con il portale DaSapere, su cui lui scrive da un po’ di tempo.
La tortura!
Di cosa ti stai occupando al momento?
Potrei dirti, di sopravvivere ai lockdown e al conseguente fermo del lavoro… Per ora posso infatti solo continuare le mie collaborazioni giornalistiche, alcune molto gratificanti come quelle per Musica Jazz e per il sito DaSapere, oltre che quella storica con Avvenire; però moltissimi importanti aspetti del mio lavoro sono fermi. Per esempio, le serate, la divulgazione, anche la costruzione di progettualità di vario genere che causa Covid non si possono sviluppare. Sia perché mancano certezze e tempistiche, sia perché chi di solito finanzia certe cose ora ha pochi fondi. Speriamo si riparta presto. Comunque, intanto continuo le mie recensioni, faccio qualche bella intervista, e proseguo molte mie ricerche e studi personali: sempre ovviamente sul fronte della storia della canzone e sull’attualità di musica rock, pop, jazz.
“…Le mie collaborazioni giornalistiche, alcune molto gratificanti come quelle per Musica Jazz e per il sito DaSapere, oltre che quella storica con Avvenire”


Sono Cinzia.
Faccio – con calma! – la giornalista e la blogger, con un occhio attento alla socialsfera.
Amo intercettare e raccontare persone, personaggi e luoghi da scoprire attraverso le interviste, che chiamo scherzosamente “torture”!
Sono appassionata di tecniche e interventi mirati a dare visibilità, come ad esempio la tortura personalizzata o il corretto uso dei social.
Contattami! oppure guarda i miei servizi qui
Quali progetti hai in cantiere per il futuro?
Diversi. Molti non te li posso anticipare anche per scaramanzia, però quando si potrà farò anche delle piccole-grandi serate – come autore e come presentatore – per divulgare alcuni patrimoni importanti della canzone; e saranno anche con artisti ospiti. Inoltre, c’è sempre nel mio cantiere la scrittura di libri: sono usciti da poco quello sul rocker Alessandro Bono, in vendita online con ricavati per l’Anlaids, e quello, molto importante, su tutta l’opera di Renato Zero. Ci sono anche altri studi musicali destinati a volumi, ma… Te li racconto quando escono!

Qual è la difficoltà più importante che incontri nel mondo del giornalismo?
A parte l’assoluta mancanza di meritocrazia che dilaga in Italia su tutti i fronti, dici? A parte le battute, oggi il livello del giornalismo è sceso tantissimo. E ciò si avverte soprattutto sul fronte della cultura e della musica, dove opero. Ci si deve occupare di cose che un tempo avremmo definito di Serie B (ma che forse sono di Serie C), e capita pure troppo spesso di avere anche a che fare con referenti che spesso sono pure loro, immersi nel degrado culturale, quello che Enzo Jannacci chiamava la deriva, e non sono in grado – o non sono più in grado, o non vogliono più – affrontare temi e personaggi di spessore. Quindi è difficile fare cultura, anche nel giornalismo e nella critica musicale, se a monte la cultura si lascia in disparte e di conseguenza si perdono sia una giusta scala dei valori da proporre al pubblico, sia il gusto dell’elzeviro o dell’approfondimento vero o della riflessione critica. Ormai ci sono anche troppi dare-e-avere fra gli uffici stampa e molti giornalisti, ed è anche per questo che iniziare a scrivere su una testata di prestigio come Musica Jazz è stato per me uno dei (pochi) bei momenti recenti.
“Oggi il livello del giornalismo è sceso tantissimo”

Qual è il complimento ricevuto in campo professionale che ti ha fatto più piacere?
Quando un artista, cantante o musicista che sia, mi dice che sono preparato e soprattutto che ho riconosciuto il centro della sua opera, che gli/le segnalo come fondamentali per me, nel suo repertorio, le stesse cose che sono fondamentali per loro stessi. Il che, fortunatamente, succede spesso. Credo sia una questione di preparazione quanto di sensibilità, e questa è una fortuna più che un merito. Recentemente, però, un cantautore mi ha anche detto che sono una persona libera e onesta, e che questo si vede anche da quello di cui scelgo di scrivere, nonché da come ne scrivo. E quest’altra è un’altra medaglia di cui vado fiero.
Quale invece la critica che ti ha dato più fastidio?
Quando dicono che scrivo “di cuore”. Il che però spesso significa soltanto, “traducendo”, che sono appassionato: del mio mestiere, della scrittura, della musica. E questo ho scoperto che dà fastidio, a volte. Perché c’è tanto cinismo, nel mondo giornalistico: c’è sempre stato, in periodi duri come questi aumenta.
Racconta quella volta che hai avuto quell’idea geniale…
Definirei riuscito molto bene l’omaggio a Enzo Jannacci, “Il Saltimbanco e la Luna”, portato in scena con Susanna Parigi. Era innovativo, profondo, scavava nel centro del linguaggio di Enzo – quello vero – ma anche di certe storture dei mass media. E soprattutto, l’ho scritto e messo in scena “prima” che Enzo se ne andasse, e “molto prima” che dilagasse il concetto del giornalismo-spettacolo. A parte che quello non era giornalismo-spettacolo, ma divulgazione culturale. A ognuno il suo mestiere, insomma…
“È stato importante per me anche portare Giorgio Gaber per dieci anni nelle scuole”

La formazione e le esperienze passate più significative che ti hanno portato fino qui..
Io sono passato da liceo classico, filosofia all’università, tanta tanta gavetta. In testate locali, in TV locali, in quotidiani importanti… I passaggi più importanti per me sono stati La Gazzetta di Lecco e Provincia (dove ho imparato a “cucinare” le pagine e i pezzi), La Padania (dove la collega Franca Morotti mi ha insegnato molto e ho potuto per anni fare critica teatrale, a teatro quasi ogni sera), e poi ovviamente Avvenire, fonte di grande apprendimento ed esperienza. È stato importante per me anche portare Giorgio Gaber per dieci anni nelle scuole, è stata un’esperienza molto formativa. In generale, per quello che è il mio mestiere, imparo molto leggendo e ascoltando, davvero tantissime cose. E poi mi piace dire che sono orgoglioso di aver scritto nel tempo diversi libri e di aver fatto lavori video importanti, collaborando (e imparando) con critici del calibro di Riccardo Bertoncelli e con artisti del livello dei Pooh.
Qualche consiglio per chi aspira a fare il giornalista?
Avere passione. Leggere moltissimo. Fare gavetta, che aiuta. E secondo me è sempre meglio specializzarsi in qualche tema, perché i tuttologi secondo me alla fine valgono sempre poco su ogni campo, e poi se non sei “specialista” sei anche più esposto a finire a scrivere di temi che non sono adatti a te. Aggiungo un consiglio non mio, ma del grande Giovannino Guareschi, visti i tempi sempre attualissimo: ciò che conta è potersi guardare allo specchio la mattina. Da tenere sempre ben presente… Come esseri umani.

“…collaborando (e imparando) con critici del calibro di Riccardo Bertoncelli e con artisti del livello dei Pooh”
Chi è Andrea Pedrinelli
Sono nato a Milano il 23 aprile del 1970, e ora però vivo con grande gioia in un paesino del Novarese, in collina, sull’Alto Vergante: da dove si vede il Lago Maggiore e non si avverte l’aggressività (inquinata) che da tempo andava distruggendo la Milano che ho amato.
Un mio pregio credo sia avere ironia, un difetto senz’altro infiammarmi al volo.
Quando non lavoro amo passeggiare, leggere, e… Lavorare, per certi versi. Cioè ascoltare dischi!!! Nonché andare per mercatini a cercarne… (Questo fino al febbraio scorso, ovviamente, ahimé).
Non sono un grande amante del cinema, lo confesso: comunque “L’attimo fuggente”, grande lezione di vita, rimane il mio film preferito.
Per dirti libro e canzone ci vorrebbero tre blog… Facciamo una selezione con la falce, siccome mi metti alle strette, tipo cosa porteresti in un’isola hai solo due scelte. Libro, “Il Signore degli Anelli” e… tutto Simenon; canzone, i Pooh e Paul McCartney. Tutto di entrambi, più o meno: senza di loro, non avrei mai scoperto la magia della musica.
(Andrea)
Dove potete trovarlo
A breve potrete trovarmi sul sito andreapedrinelli.com, al momento però in stand-by in attesa ripartano delle attività concrete; e lì potete/potrete anche scrivermi.
Potete leggermi – più o meno periodicamente – su Avvenire e DaSapere, su ogni numero o quasi di Scarp de’ tenis e Musica Jazz, a volte sul bimestrale Vinile.
Oltre che passando in libreria o ordinandomi un librino, volendo…
E sono mediamente attivo su Facebook, scarsamente attivo su Twitter. Però ci sono su entrambi i social, e se mandate messaggi rispondo, di solito: come potrebbero confermare molti artisti purtroppo poco noti che mi hanno contattato, mi hanno spedito le loro cose e hanno verificato che… Li ho ascoltati!!!
Li torturo tuttiiiii!!!
Ti piacerebbe essere torturato, ehm… intervistato da me?
Ti piacerebbe parlare di te e raccontare ciò che fai, la tua attività, la tua professione?
L’intervista ti farà uscire dall’invisibilità!
Dai un’occhiata a come funziona! –> Cosa posso fare per te
*Cosa puoi fare per me?*
• condividere questo articolo sui tuoi canali social
• inoltrare il link ai tuoi contatti whatsapp
• lasciare un commento in fondo all’articolo stesso
• iscriverti alla Newsletter per non perderti nessun articolo! Compila il form in home page