Ultimo aggiornamento 18 Maggio 2022
L’INTERVISTA
pubblicata sul magazine Paspartu 1 febbraio 2010
Incontriamo Oronzo Ricci, lo ammettiamo, per pura curiosità. Come può venire in mente a un artista di inventare la “pigheologia”, cioè l’interpretazione della personalità di una donna partendo dall’osservazione della forma delle natiche?… Eh sì, le domande da fare sono davvero tante!

Signor Ricci, lei che lavoro fa?
Il genio.
È un lavoro?
Detto così fa sorridere. I geni però esistono veramente e sono molto rari.
Mi dia la definizione di “genio”…
Quando si eccelle in più di un’arte, siamo nella genialità.
Lei in quali arti eccelle?
Pittura, musica e scrittura. Ufficialmente sono artista. L’arte è una professione molto antica. Una volta aveva più valore perché riservata a pochi.
Dove nasce la sua passione per l’arte?
Nasce per contrasto. Sono nato in un paese dove l’arte non sapevano cosa fosse!
“Le natiche dicono la verità, o meglio quello che siamo”












Sono Cinzia.
Faccio – con calma! – la giornalista e la blogger, con un occhio attento alla socialsfera.
Amo intercettare e raccontare persone, personaggi e luoghi da scoprire attraverso le interviste, che chiamo scherzosamente “torture”!
Sono appassionata di tecniche e interventi mirati a dare visibilità, come ad esempio la tortura personalizzata o il corretto uso dei social.
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Da piccolo cosa diceva che avrebbe fatto da grande?
L’inventore. Ero molto curioso e mi piaceva risolvere i problemi. A sette anni ho costruito una meridiana.
Poi ha inventato la pigheologia. Come le è venuta in mente questa idea?
Da giovane, al liceo artistico, ero talmente timido che preferivo dipingere la modella dal retro piuttosto che stare davanti, quindi ero un grande conoscitore della “retrorittratistica”. Avevo notato una lacuna nei testi di anatomia artistica…
Cioè?
In quei testi erano dedicate molte pagine al viso, mentre all’altro lato del viso erano dedicate pochissime pagine…
L’altro lato del viso???
Esatto. Il viso dice ciò che vorremmo essere a seconda dell’espressione che gli diamo. Le natiche invece dicono la verità, o meglio quello che siamo, perché non si possono camuffare dietro l’espressione.
Come mai le è venuto in mente di colmare questa lacuna?
Io sono amante della verità. Ho avuto il coraggio di farlo! L’artista non deve avere freni inibitori. Ci sono gli artisti creativi che inventano qualcosa e quelli che seguono le mode degli altri.
Da dove inizia il percorso che l’ha portata a mettere a punto questa invenzione?
Ho iniziato classificando le natiche. Mi sono servito degli schemi della fisiognomica (la fisiognomica è l’arte di individuare la personalità dalla forma del viso) per arrivare alla pigheologia, nome coniato da me circa venti anni fa nel corso di una conferenza stampa.
“È l’arte di individuare la personalità di una donna dalla forma delle natiche”








Quindi cosa è la pigheologia?
È l’arte di individuare la personalità di una donna dalla forma delle natiche.
Ma questa arte nasce dal nulla?
No! Ha radici nella storia. Con il Cristianesimo le natiche nelle opere d’arte sono state coperte. Nasce da basi artistiche. Ho studiato all’Accademia…
Mi scusi, ma perché una donna viene da lei a farsi fare una pigheologia?
Chi viene da me sa cosa è la pigheologia. Mi conosce e sa che persona sono.
Come funziona?
La donna che si rivolge a me viene nel mio studio. Si spoglia e io vedo la tipologia di natiche. Le classifico e ne definisco l’appartenenza. Da qui si passa alla personalità. Poi consegno una specie di referto dove è scritta la personalità, corredata da una fotografia. Se la donna vuole, si può aggiungere un retroritratto.
Le donne sono soddisfatte del risultato?
Quasi sempre sì.




Dal suo curriculum vedo che ha fondato il distruttivismo…
Negli anni Ottanta rimasi incantato da uno spazio dove solitamente componevo nature morte e realizzai un quadro dove è rappresentato lo spazio, ma gli oggetti non ci sono. Da qui nasce il distruttivismo.
Da dove nasce l’arte?
Dalla noia! Se un artista copia gli altri, non inventa nulla di nuovo. Quando l’artista si annoia di tutto quello che esiste già, è quello il momento in cui diventa creativo e inventa…
Quindi cosa è il distruttivismo?
Il distruttivismo è una frattura sul piano emozionale ottenuta attraverso la distruzione. Anche questo nasce dalla noia, dall’assuefazione. A causa della noia le cose perdono valore. Il distruttivismo restituisce valore a quelle cose.
Come si traduce nella pratica?
In pratica esaspero lo spazio e lo frantumo. Si parla di spazio vuoto, di nuovo modo di perfezionare la prospettiva.
Scusi lei è una persona molto originale. Però si è sposato come tutti…
Ho conosciuto mia moglie (Vittoria Angela Romei, NdR) all’Accademia. Abbiamo scoperto di avere tante cose in comune e ci siamo sposati. L’ho sposata perché è la persona giusta. Dal punto di vista artistico avverte i miei momenti di creatività più validi.
Posso fare una domanda a sua moglie?
Certo.
Signora Vittoria, come si fa a stare insieme a un pigheologo? Insomma è una realtà un po’ difficile, no?
Io credo che il femminismo di oggi sia esagerato. Io non mi annoio mai! Certo alcune persone fraintendono…
Signor Ricci, attualmente a cosa si sta dedicando?
Ad annoiarmi.




Chi è Oronzo Ricci
Oronzo Luciano Vittorio Ricci nasce a Cervinara (Avellino) il 30 agosto 1956. Si diploma al liceo artistico di Benevento e all’Accademia di Belle Arti di Firenze. Si dedica alla pittura e contemporaneamente alla musica studiando flauto al Conservatorio. Al momento fa il pittore, il musicista e lo scrittore. In veste di scrittore, usa il nome Vladimir Svarowski. Inventa la pigheologia e fonda il distruttivismo.
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