Ultimo aggiornamento 18 Dicembre 2022

Un po’ di storia

L’Orto Botanico di Pisa nasce nel 1543 su esplicita richiesta del naturalista, medico e botanico imolese Luca Ghini (1490-1556).
Si tratta del primo orto botanico universitario del mondo. Costruito originariamente sulle rive del fiume Arno, fu trasferito nell’attuale sede nel 1591.
Ospita piante dei 5 continenti: le succulente dei deserti africani e americani; le piante aromatiche della macchia mediterranea; le specie delle paludi toscane; numerosi alberi secolari e tante altre.
Luca Ghini, chiamato da Cosimo I De’ Medici come professore all’Università di Pisa, accettò alla sola condizione di poter istituire un “Giardino dei Semplici” universitario. Nacque così, a Pisa, prossimo alla sponda dell’Arno, il più antico Orto Botanico universitario al mondo.

L’Orto ha successivamente cambiato sede due volte: nel 1563 ad opera di Andrea Cesalpino, allievo di Luca Ghini, e nel 1591 (sede attuale, prossima a piazza dei Miracoli) ad opera di Giuseppe Casabona.
L’Orto è organizzato prevalentemente con criterio storico in sette settori: Scuola Botanica, Orto del Cedro, Orto del Mirto, Serre, Piazzale Arcangeli, Orto Nuovo, Orto Del Gratta.
Ogni settore ospita una o più collezioni organizzate su base scientifica.
L’attuale estensione dell’Orto Botanico è di 3 ettari e vi sono coltivate circa 6000 piante.

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Sono Cinzia.
Faccio – con calma! – la giornalista e la blogger, con un occhio attento alla socialsfera.
Amo intercettare e raccontare persone, personaggi e luoghi da scoprire attraverso le interviste, che chiamo scherzosamente “torture”!

Sono appassionata di tecniche e interventi mirati a dare visibilità, come ad esempio la tortura personalizzata o il corretto uso dei social.
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Collezioni: bambù, camelie, cactus…

Antiche camelie – collezione costituita da 30 piante di interesse storico.

Arboreto – ospita specie arboree afferenti a diversi gruppi sistematici, tra cui interessanti conifere.

Boschetti di bambù – si trovano nell’Orto del Cedro e nell’Orto Nuovo.

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Boschetti di bambù

Bulbose – riunisce 200 specie organizzate con criterio geografico.

Collezione sistematica – rappresenta il nucleo principale della Scuola Botanica, è costituita da 400 specie disposte secondo un criterio sistematico in 48 aiuole.

Idrofitorio – è una collezione di specie acquatiche tipiche delle zone umide italiane, in particolare della Toscana settentrionale.

Orchidee mediterranee – riunisce 30 orchidee selvatiche. Altre orchidee epifite esotiche si trovano nella Serra Tropicale.

Ortensie – costituita da 40 piante di diverse specie e cultivar di Hydrangea.

Piante alimentari selvatiche – costituita da circa 100 specie erbacee selvatiche del territorio toscano utilizzate tradizionalmente a scopo alimentare.

Piante delle dune – è una ricostruzione di un transetto dalla battigia al primo retroduna.

Piante mediterranee – è una collezione di piante tipiche del bioclima mediterraneo.

Piante montane – è una collezione che annovera piante provenienti da ambienti montani tipici della fascia Appenninica e delle Alpi Apuane.

Piante nella ricerca – ospita esemplari utilizzati per vari progetti di conservazione ex situ, che prevedono solitamente la reintroduzione nell’ambiente naturale o per studi sistematici.

Piante officinali – annovera circa 120 specie, organizzate secondo il loro utilizzo sulla base dei principi attivi in esse contenuti.

Salvia – riunisce 100 specie provenienti da tutto il globo.

Serra del banano – costituita da specie tropicali di interesse alimentare, disposte secondo un criterio geografico. Si tratta della serra più antica dell’Orto.

Serra delle Succulente – dedicata esclusivamente a circa 200 specie di “piante grasse” provenienti dalle varie zone desertiche e predesertiche del pianeta.

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Serra delle Succulente

Serra tropicale – composta da circa 150 piante arbustive ed arboree provenienti dalle aree intertropicali a clima caldo dei quattro continenti, disposte secondo criteri geografici.

Serra della Victoria – ospita Victoria cruziana, peculiare ninfea proveniente dal Sud America e altre idrofite di climi tropicali.

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Il Muschio delle Fate: un fossile vivente

Ogni specchio d’acqua che ospita Azolla filiculoides si trasforma a seconda della stagione in un manto rosa oppure verde di grande impatto visivo: come il mantello di una fata posato sul pelo dell’acqua, uno spettacolo naturale insolito.
Azolla filiculoides, il muschio delle fate, è una felce acquatica perenne galleggiante dalla crescita veloce distribuita nei bacini d’acqua a lento scorrimento di tutte le zone temperate, subtropicali e tropicali di tutto il mondo.
Il muschio delle fate è un fossile vivente che arriva dal Cretaceo superiore, periodo dominato dalla presenza dei dinosauri. Ogni singola pianta è costituita da rosette galleggianti. Le foglie sovrapposte come tegole, sono ricoperte da fitte papille, il colore varia a seconda della temperatura e dell’intensità della luce. Dal verde-grigio in ombra si passa al rosso-violaceo più intenso del periodo autunnale attraverso una diversa gamma di rosa, un caleidoscopio di colori!
Azolla filiculoides, nonostante possa diventare una specie altamente invasiva, offre molti vantaggi all’interno di un giardino acquatico: alto valore ornamentale per la bella colorazione; controllo dello sviluppo delle zanzare; integratore alimentare per i pesci ospitati nel laghetto; depurazione dell’acqua; utilizzo come biofertilizzante ecosostenibile a basso costo.

Il muschio delle fate è un fossile vivente che arriva dal Cretaceo superiore

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Il muschio delle fate

Il logo dell’Orto: la corona imperiale

La corona imperiale (Fritillaria imperialis) è stata adottata quale emblema dell’Orto Botanico perché la sua figura ricorre con una certa frequenza nella storia di questa istituzione.
La pianta è raffigurata nelle raccolte di disegni inserite nella biblioteca dell’Orto nei secoli XVI e XVII; è rappresentata in bassorilievo sul tardo-cinquecentesco portone di ingresso; è inserita nella decorazione a grottesche dei pilastri del cancello lungo via Roma, presumibilmente della metà del XVIII secolo.
L’immagine scelta come logo proviene da un corpo iconografico commissionato da Giuseppe Casabona, direttore dell’Orto dal 1591 al 1595, al pittore tedesco Daniel Froeschl.

La corona imperiale (Fritillaria imperialis) è stata adottata quale emblema dell’Orto Botanico

Orto e Museo Botanico
Università di Pisa

Pisa, via Luca Ghini n. 13 oppure via Roma n. 56
www.ortomuseobot.sma.unipi.it
E-mail info.ortomuseobot@sma.unipi.it
Telefono: 050 2211310 (Portineria via Ghini)
050 2211318 (Portineria via Roma)
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FOTO DI CINZIA DONATI

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