Ultimo aggiornamento 6 Maggio 2023

L’INTERVISTA
pubblicata sul magazine Paspartu 16 agosto 2014

Ospite attesissimo alla Versiliana di Marina di Pietrasanta, Piero Pelù ha presentato il suo libro “Identikit di un ribelle”

Chi della generazione X non conosce le note di Gioconda, El Diablo, Proibido, Regina di Cuori e tanti altri?
Piero Pelù, carismatico leader dei Litfiba, che quelle note le ha scritte e cantate migliaia di volte, è stato protagonista di questo divertente incontro al Caffè della Versiliana, che, per accogliere i numerosi fan, si è tenuto straordinariamente nello spazio del Teatro.
Piero Pelù, rockstar fiorentina che ha attraversato da protagonista oltre trent’anni di storia della musica italiana, ha presentato la sua autobiografia scritta a quattro mani insieme al giornalista e scrittore Massimo Cotto.

Durante l’incontro, si è parlato di tanti argomenti, dalla politica fino al programma “The Voice”, dove Pelù è Vocal Coach.

piero pelù alla Versiliana a Marina di Pietrasanta

D: Benarrivato!
R: Bello tornare alla Versiliana dopo più di 25 anni! Nel 1985 venimmo qua con i Litfiba a fare uno spettacolo dedicato a D’Annunzio… Bello tornare! Vedo che l’umidità è rimasta costante! (ride)

D: Prima domanda. Il tuo libro “Identikit di un ribelle” (edito da Rizzoli e scritto a quattro mani con Massimo Cotto, NDR) riporta questa frase: “Ribellarsi non è eroico. È vitale”. Ce la spieghi?
R: (ride, per la domanda banale e dà volutamente una non-risposta!, NDR) A me e Massimo Cotto piace andare in giro a presentare il libro e questo significa che ne dovremmo parlare. Ma poi invece succede che ci piace cazzeggiare a 360° su altri argomenti!

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Sono Cinzia.
Faccio – con calma! – la giornalista e la blogger, con un occhio attento alla socialsfera.
Amo intercettare e raccontare persone, personaggi e luoghi da scoprire attraverso le interviste, che chiamo scherzosamente “torture”!

Sono appassionata di tecniche e interventi mirati a dare visibilità, come ad esempio la tortura personalizzata o il corretto uso dei social.
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D: Proviamo con un’altra domanda. Come era essere all’asilo con le suore?
R: Era come essere a “The Voice”, più o meno la stessa tortura!

D: Prendiamo un’altra frase dal libro: “Abbronzarsi al mare è bello per il tempo di una partita di calcio, dopo diventa una rottura”
R: In generale, sono le cose eccessivamente imposte che mi vanno strette. Il fatto che si debba andare sulla spiaggia a crocifiggersi in un lettino per poi esporre un’abbronzatura… Ecco: questa è una di quelle cose che mi ammazza la poesia del mare.

piero pelù alla Versiliana a Marina di Pietrasanta

D: Già: il mare
R: Ricordo negli anni Settanta, con mio fratello Andrea, a Poveromo (provincia di Massa, NDR)… C’erano diversi km di spiagge libere, c’erano le dune, la macchia mediterranea, si respirava ancora un po’ di selvaggio. Quelle erano le cose più divertenti: era divertentissimo fare la lotta fra bagni. Ci si frustava proprio, con i ragazzi dei bagni vicini!

D: Con tante cose che hai da raccontare, come sei arrivato alla versione definitiva del libro?
R: In fondo scrivere un libro è come infilarsi in un labirinto pieno di porte. Apri una porta e, man mano che si va avanti, si aprono altre porte e la scrittura diventa esponenziale.

piero pelù alla Versiliana a Marina di Pietrasanta

D: Quando scrivi? Di giorno o di notte?
R: I miei deliri notturni sono andati a finire nel libro. Questo penso sia un modo di scrivere, poi sicuramente che ne saranno anche mille altri…

D: Tecnicamente come avviene la scrittura?
R: Per la prima stesura, Massimo Cotto ha tirato giù tutto da solo. Eravamo rimasti d’accordo che quando mi fosse arrivata in visione la prima stesura, io avrei integrato. E così è stato! Ma poi alla fine ho integrato troppo… (ride)

D: Parlaci della struttura del libro
R: È una specie di countdown. Invece di numerare i capitoli, si parte da un numero e, andando avanti, si arriva allo zero.

D: La libertà
R: Prendo una frase da “Me & Bobby McGee” della grande Janis Joplin: la libertà è quando non si ha niente da perdere.

piero pelù alla Versiliana a Marina di Pietrasanta

D: Vincere
R: Non si vive per vincere. È un meccanismo diabolico quello che devi partecipare a una gara e vincere perché se non vinci nella vita non sei nulla.

D: Gli albori
R: Da bambino andavo in via Stradella a Poveromo e lì c’era il liscio. Andavo anche a Montignoso e alla Partaccia. Il terzo concerto della mia vita l’ho fatto a una manifestazione che si chiamava “Versilia Rock 80”. Suonammo lì con i Litfiba grazie al nostro primo protomanager (!), alle quattro del pomeriggio. A Poveromo in via Pisa c’era un juke-box e mio padre smoccolava sempre perché suonava fino a tardi la sera. Da lì passava tutta la roba ganza degli anni Sessanta. Voglio dire che io sono cresciuto qui, con il juke-box nelle orecchie. Questo a Firenze non succedeva, succedeva qua.

D: Parli di queste cose nel tuo libro?
R: Eh sì. Sai succede che parli di cose serie per ore e ore. Poi racconti una cazzata e questa diventa argomento di diverse pagine!

D: C’è un capitolo dedicato allo “stage diving”, cioè il gettarsi sul pubblico dal palco
R: Lo feci con i Litfiba ed ebbe risultati devastanti! Il concerto era in una stanza di una cantina a Settignano, vicino Firenze. Il pubblico era di cento persone, tutti parenti e amici. Le prime due volte che mi lanciai, mi tennero. La terza zighellai, cioè andai a finire in terra! Il pubblico si aprì come le acque del Mar Rosso!

D: Il primo concerto
R: Il mio primo concerto lo collego alla morte di John Lennon (8 dicembre 1980, NDR). Io suonai, poi ero talmente stordito che dormii 48 ore, perciò tuttora se mi chiedono quando è stato il mio primo concerto, non mi ricordo se fu il 6 o l’8 dicembre!

piero pelù alla Versiliana a Marina di Pietrasanta
Con i fan sul palco della Versiliana

D: Patti Smith
R: Il primo incontro con Patti Smith è stato a settembre 1979. Durante un concerto. Era il periodo in cui gruppi di persone entravano ai concerti sfondando i cancelli perché volevano la musica gratis per tutti. Eravamo a questo concerto al Franchi di Firenze, che a dire il vero era di una noia mortale. Lei era abituata a suonare nei club davanti a poche persone, lì ce n’erano migliaia e non era abituata. Insomma l’incontro non fu felice. Poi l’ho rincontrata a Venezia, al Festival del Cinema, ma in quell’occasione non ci fu modo di comunicare. Poi a “The Voice” abbiamo cantato insieme “Because the night” e si sono abbattute un po’ le barriere…

D: L’episodio che raccontano… Quello in cui ti saresti tagliato volutamente con una lama…
R: Casomai si può parlare del rapporto che ha un ragazzo adolescente con i suoi miti da adolescente. In quel periodo vedevo “Odeon” alla televisione, un programma in cui il corrispondente da Londra, Michael Pergolani, presentò questo nuovo fenomeno che era esploso a Londra con i Ramones: il punk. Considera che il punk londinese esplose nell’estate del 1976 e nel 1977 Pergolani fece questo speciale in tv, dove si vedeva che i ragazzi avevano questo atteggiamento selvaggio, cosa che non si era mai vista davanti alle telecamere. Questa fu una cosa considerata unica. Allora con il mio amico Daniele, conosciuto qui sulla spiaggia, si andò a Londra! Trovammo questi punk, che insegnavano a lanciare queste provocazioni, usando anche un po’ il proprio corpo per creare panico nel pubblico. Quindi io usai questa lattina, non era una lama, ma la linguetta di una lattina, e mi provocai una piccola ferita. Ovviamente il servizio d’ordine del locale in cui ero mi prese e mi cacciò fuori. Tutto qui.

piero pelù alla Versiliana a Marina di Pietrasanta
Con i fan sul palco della Versiliana

D: Hai qualche radice apuana e quindi politicamente anarcoide
R: Secondo la mia esperienza di piccolo viaggiatore, devo registrare che c’è uno spread enorme tra il resto d’Europa e l’Italia. In Germania, ad esempio, un ministro si dimette perché si scopre che ha copiato il 70% della propria tesi di laurea e questa è la ragione per cui la Germania vince 7 a 1 con il Brasile!

D: Renzi o Renzulli?
R: A Renzi ho dato un po’ di consigli per il Primo Maggio, ma non c’ha capito una sega. Con Ghigo Renzulli (l’altra metà dei Litfiba, NDR), ci siamo rincontrati nel 2009, dopo questa scellerata separazione del 1999. C’è una collaborazione artistica rinnovata e contiamo di andare avanti finché non vi avremo scassato totalmente le palle. Con Ghigo siamo totalmente diversi, però quando ci uniamo, scatta qualcosa che si traduce in una scrittura originale. Ben venga la biodiversità quando diventa armonia!

“Sai succede che parli di cose serie per ore e ore. Poi racconti una cazzata e questa diventa argomento di diverse pagine!”

D: Che babbo è Piero Pelù?
R: Un babbo rock.

D: MacDonald?
R: Io lo chiamo Merdonald. Un giorno che, con le mie figlie, non mi ero organizzato con le cibarie, ho detto: “Andiamo da Merdonald”. Ecco, mi sono convinto che in quel cibo ci sia qualcosa di eccitante e di assuefacente, perciò quando ne prendi uno, ne vuoi un altro e via così. Io sono proprio convinto di questa cosa!

D: Nel libro torni spesso sull’argomento “droghe”
R: Sì ed è una battaglia dichiarata contro le droghe. Per un certo tempo gli artisti hanno creduto che la droga facesse scrivere meglio. Ma se escludiamo l’effetto dei primi quindici giorni, dopo la droga crea danni immani. La frontiera della conoscenza è stata abbattuta e l’uso delle sostanze stupefacenti, che nell’immediato ti dà un’apertura mentale incredibile, poi abbiamo capito che crea danni enormi.

pubblico per piero pelù alla versiliana a marina di pietrasanta
Il pubblico in platea alla Versiliana

D: La conoscenza
R: Con la conoscenza bisogna fare i conti con le pinze. A volte sapere tutto non è detto che sia positivo. A volte la conoscenza deve essere presa a dosi, poca alla volta!

D: The Voice
R: Sto cercando di farlo diventare un programma davvero musicale. Allargarlo a ragazzi che hanno avuto esperienze musicali marginali e farli crescere.

D: In chiusura: il rituale delle zie?
R: Adagiare il palmo della propria mano, con massimo rispetto, sulla chiappa della zia. Consiglio tutti di praticare questo rituale beneaugurante. Ma solo le zie eh!

libro di piero pelù identikit di un ribelle

Il libro: “Identikit di un ribelle”

Un libro che racconta Piero Pelù, la sua evoluzione come uomo e come artista, tra paure e una grande passione, quella per la musica, vista come una sorta di divinità.
Trent’anni di storia della musica italiana al fianco dei Litfiba e in solitaria, ha sempre giocato un ruolo da protagonista. I suoi spettacoli per il mondo, dai club intimi fino ai principali festival internazionali. I suoi live adrenalinici lo hanno messo più volte a rischio, i suoi attacchi frontali ai potenti di turno e le sue grida di rabbia contro le organizzazioni mafiose gli sono costati cari: minacce, gogne mediatiche e addirittura il divieto di esibirsi in Sicilia. Tra i suoi incubi, il suo principale è quello delle droghe pesanti, che sono un grande mezzo di potere delle mafie, che ciclicamente minacciano l’esistenza delle generazioni più a rischio e che hanno coinvolto persone a lui care.
Il libro raccoglie “la storia di un’evoluzione, la confessione di un ragazzo di strada divenuto uomo in rivolta, di un musicista che scava nella sua anima gitana per ricordarci che la disobbedienza non è un gioco da ragazzi né l’ultima spiaggia di chi non ha più nulla da perdere”.
Una necessità quella di opporsi alle ingiustizie come preciso dovere morale, necessità.

Perchè per Piero “Ribellarsi non è eroico. È vitale”

piero pelù alla Versiliana a Marina di Pietrasanta

FOTO DI FEDERICO NERI PER FONDAZIONE LA VERSILIANA

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