Ultimo aggiornamento 18 Maggio 2022
SPECIALE PREMIO L’ALVEARE IX EDIZIONE
pubblicato sul magazine Paspartu 1 luglio 2013
Giovani imprenditori: l’unica risorsa per superare la crisi
Questa volta abbandoniamo temporaneamente la forma classica della nostra seguita rubrica dedicata all’intervista per occuparci di un flash sull’imprenditoria giovanile. Abbiamo assistito alla presentazione della IX edizione del Premio L’Alveare e apriamo una finestra sui giovani imprenditori della nostra zona, che ci hanno parlato della difficoltà del passaggio dall’Università al mondo del lavoro e di nuove idee che aiuteranno le imprese a superare la crisi.

Luca Gnizio
(giovane imprenditore)
D: Cosa vedi nel futuro?
R: Vedo nell’etica della sostenibilità la nuova frontiera del disegno per l’oggetto d’uso. Utilizzo risorse e idee a favore di una progettazione ecosostenibile.
D: Dove prendi la materia prima che diventa poi oggetto di design?
R: Da numerose aziende che mi forniscono i materiali di scarto industriale su cui opero per creare nuovi prodotti.
D: Un esempio?
R: I jeans usati possono diventare simpatiche sedie.








Sono Cinzia.
Faccio – con calma! – la giornalista e la blogger, con un occhio attento alla socialsfera.
Amo intercettare e raccontare persone, personaggi e luoghi da scoprire attraverso le interviste, che chiamo scherzosamente “torture”!
Sono appassionata di tecniche e interventi mirati a dare visibilità, come ad esempio la tortura personalizzata o il corretto uso dei social.
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Sergio Cerri
(presidente del Consorzio Le Bocchette)
D: Il Premio L’Alveare è un’idea per combattere la crisi?
R: Anche quest’anno siamo riusciti a organizzare qualcosa per aiutare le aziende.
D: Si riesce a migliorare?
R: Spesso non si riesce a migliorare e a crescere perché in effetti i problemi che un’impresa deve affrontare sono molteplici.




Nicola Enrico Lattanzi
(presidente del Comitato Tecnico Scientifico del Premio L’Alveare)
D: Quanti sono i giovani che passano dalla scuola alla gestione di un’azienda?
R: La percentuale dei laureati che poi decidono di fondare un’azienda è ahimé molto bassa. Sono pochi coloro che dopo un percorso universitario riescono a fondare un’impresa.
D: Come mai?
R: Per fondare un’impresa, oggi, occorrono caratteristiche che non è detto che vengano dallo studio universitario.
D: In quale modo alimentare il pensiero giovanile?
R: Lo spirito giovanile è capacità e apertura verso il mondo che cambia. Non necessariamente corrisponde alla gioventù biologica. Una cosa è certa: senza cultura di apertura non si può fondare un’azienda.
D: I giovani sono il futuro, giusto?
R: Sul tema dei giovani si gioca il futuro. L’azienda deve attingere dai giovani per la loro freschezza e l’attitudine all’apertura.
D: A livello locale quale consiglio darebbe ai giovani?
R: Direi di puntare sulla specificità di un prodotto.




Francesco Bambini
(assessore alle Attività Produttive Provincia di Lucca)
D: Quali sono gli ingredienti delle imprese di successo italiane?
R: Innovazione e creatività. Bisognerebbe riuscire a valorizzare di più le competenze.
D: Stanno nascendo nuove imprese nella provincia di Lucca?
R: In questo momento farle nascere è molto dura. Se non si rilanciano vendita e consumo dei prodotti, sarà difficile rilanciare l’imprenditoria giovanile.
D: L’innovazione?
R: È indispensabile.




Alessandro Gandolfo
(vice direttore del Dipartimento di Economia e Management Università di Pisa – ex Facoltà di Economia)
D: Ci parli del vostro progetto…
R: Abbiamo ideato e sviluppato il progetto “Diventare imprenditori in Italia: una sfida (im)possibile” per fare qualcosa per i giovani in merito all’occupazione. Oggi l’Università si deve preoccupare anche delle carriere degli studenti e deve capire quanto il lavoro trovato dallo studente sia in linea con la laurea conseguita.
D: Qual è il cuore del progetto?
R: Lo abbiamo chiamato “Pépinière”, cioè “semenzaio” in francese, perché è un semenzaio di nuovi talenti. Lo scopo è dare una possibilità agli aspiranti giovani imprenditori di realizzare le imprese. Aiutare quei giovani che hanno una buona idea ma non hanno la possibilità di realizzarla. Aiutare i giovani talenti nell’avviare la propria idea di impresa.
D: Gli strumenti quali potrebbero essere?
R: Magari rinnovare il concetto e la forma di “stage aziendale”, ad esempio.




Roberto Mati
(giovane ingegnere che ha realizzato in Versilia la propria idea di impresa)
D: Di cosa si occupa la tua azienda?
R: Di sistemi di autopilota.
D: Come nasce?
R: Nel 2007, dopo l’Università, ho lavorato per un anno in California alla realizzazione di un progetto molto ambizioso per veicoli terrestri completamente automatici, da utilizzare per pattugliare aree urbane. Abbiamo convertito un suv Toyota in un veicolo completamente automatico.
D: Cioè?
R: Abbiamo creato un veicolo che, tanto per capire, ricorda molto Supercar!
D: Poi hai portato questa attività in Italia?
R: Dopo l’esperienza americana, volevo tornare in Italia e nel 2011 ho deciso di creare, insieme ad altre sei persone, un’impresa. Poi davanti al notaio in realtà siamo diventati due!
D: Cosa fate?
R: In pratica facciamo quello che si faceva dentro l’Università. Prendiamo qualsiasi tipo di veicolo aereo o marino o terrestre e lo automatizziamo completamente. Ovvero creiamo veicoli che funzionano senza persone a bordo.
D: A cosa servono?
R: Lo facciamo per il benessere della collettività. Si tratta di veicoli che vengono impiegati in particolari operazioni rischiose. Nascono per evitare i rischi al pilota.
D: Dove operate?
R: Abbiamo sede all’interno del Polo Tecnologico di Navacchio, ma siamo versiliesi e lavoriamo con aziende della Versilia e di Lucca che fanno la parte meccanica. Noi poi la automatizziamo.




Di cosa si parla: il Premio L’Alveare
Quest’anno il Premio (cerimonia di premiazione prevista per il 4 ottobre 2013), organizzato dal Consorzio Le Bocchette, è rivolto a quelle imprese che hanno fatto leva soprattutto sui giovani per rinnovare i propri modelli di business, ridefinire le proprie strategie, innovare i propri processi, lanciare nuovi prodotti, scoprire nuovi mercati, premiando quei giovani, che con grande coraggio, hanno dato vita a nuove attività affrontando con successo il rischio d’impresa in una situazione di grande incertezza e complessità.








FOTO DI ALESSIO PAGLIAI
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