Ultimo aggiornamento 14 Gennaio 2023
L’INTERVISTA
pubblicata sul magazine Paspartu 1 luglio 2015
L’arte dello spirito libero, Luca, anzi Sarca, ce l’ha da sempre nel sangue.
È sempre alla ricerca della poesia in ogni cosa che lo circonda. Si esprime attraverso l’arte.
In questa chiacchierata si parla di tante cose.
Prima di tutto di shibari, che Luca sta portando in Versilia insieme a un simpatico e affiatato staff di persone.
Di cosa si tratta?
Shibari in giapponese significa legare.
Le foto parlano da sole, certo, ma sono sicura che, se vi limitate alla sola osservazione delle immagini, qualcosa vi sfuggirà…

Sul tuo profilo Facebook ho letto “artista bohemien”…
Mi definisco un artista polivalente. Bohemien perché sono alla ricerca di valori e di un senso di giustizia. Cerco di esprimere un mio certo dissenso attraverso l’arte.
È un lavoro o un hobby?
È stato un lavoro. Per sette anni ho vissuto in Spagna, dove mi occupavo di arte. Realizzavo decorazioni, allestimenti ambientali, installazioni, organizzavo eventi artistici. Nel 2008 sono tornato in Italia con tutta l’energia e la carica che avevo assorbito in Spagna, ma qui mi hanno spento l’entusiasmo. Le persone qui non hanno voglia di collaborare fra loro. Perciò adesso faccio un altro lavoro più “normale”, ma riesco comunque a portare avanti il discorso arte, che è una passione.


Sono Cinzia.
Faccio – con calma! – la giornalista e la blogger, con un occhio attento alla socialsfera.
Amo intercettare e raccontare persone, personaggi e luoghi da scoprire attraverso le interviste, che chiamo scherzosamente “torture”!
Sono appassionata di tecniche e interventi mirati a dare visibilità, come ad esempio la tortura personalizzata o il corretto uso dei social.
Contattami! oppure guarda i miei servizi qui
A cosa ti stai dedicando attualmente?
Allo shibari, un’arte molto antica che viene dal Giappone.
Di cosa si tratta?
Con lo shibari posso esprimere sia la mia parte artistica che poetica. Lo definisco un connubio di sensualità ed erotismo, una profonda connessione con la persona che si abbandona con fiducia nelle tue braccia. Non si deve confondere con la sessualità, che ovviamente può essere un complemento della cosa, ma non necessaria, poiché, anche se da fuori può non sembrare, è uno scambio profondo di amore e molti valori che già non esistono nella società moderna. Soprattutto è un’apertura mentale che influisce molto anche sulla propria filosofia di vita. Racchiude altruismo e alla base ha una profonda forma di rispetto per la persona che sceglie di abbandonarsi tra le tue braccia ed essere guidata. I livelli che si riescono ad oltrepassare sono molto alti, tant’è che a volte, attraverso la connessione, si crea una specie di bolla chiamata “rope space”, che vede le due persone estraniarsi dal mondo e vivere il presente in un universo parallelo.


“Bene o male, le mie modelle mettono nelle mie mani la loro vita. È normale che si crei empatia”
Quindi servono le corde. Quelle della mesticheria sotto casa vanno bene?
No, ma necessariamente tutti partono da lì. Poi, entrando in contatto con l’ambiente e informandosi, si arriva a capire che sono necessarie delle corde in juta naturale.
E dove si trovano?
Si possono trovare su Internet o dai rigger (“rigger” è colui che lega, NdR). Generalmente provengono dal Giappone, che con la loro cultura vecchia centinaia di anni producono le migliori corde in commercio.
Ma è una roba tipo “Cinquanta sfumature di grigio”?
È una tecnica di legatura. La visione globale che hanno le persone della cosa, magari di chi appunto ha visto o letto “Cinquanta sfumature”, è che sia un tabù, una perversione. Viene vista come un maltrattamento nei confronti di una persona, una mancanza di rispetto.
E naturalmente non è così…
No! È un’arte! E soprattutto non è un mezzo per arrivare al fine!
Cioè?
Cioè spesso la gente mi chiede: “Ma quando si tr* (beep, censura! NdR)?”. E io prima rispondevo che a fare queste domande erano persone limitate mentalmente. Ora invece non perdo più nemmeno tempo a spiegare. Tanto i limitati ci saranno sempre e non capiranno mai.

I due attori in scena come si chiamano tecnicamente?
Rigger è la parte che lega e bottom è la parte legata.
Sono sempre uomo e donna?
Non è detto.
C’è una relazione fra i due?
Non è detto che ci sia una relazione o un rapporto. Nella vita di tutti i giorni sicuramente si instaura un rapporto di amicizia. È chiaro che c’è profonda fiducia. Bene o male, le mie modelle mettono nelle mie mani la loro vita. È normale che si crei empatia.


“Si impara che le forbici devono stare sempre a portata di mano”
È un’arte che si impara? C’è una tecnica da sapere?
Sì. Nei corsi per principianti si apprende il primo approccio alle corde e come acquistare pratica. Si imparano due tipi di nodo e le varie frizioni, che sono tecniche di intreccio. Si spiega il protocollo di sicurezza, l’anatomia per non provocare lesioni, come mettere in sicurezza le persone sia fisicamente che mentalmente. Bisogna fare le cose con cervello.
Si parla molto di sicurezza, immagino…
Certo! E si impara che le forbici devono stare sempre a portata di mano.
Quindi, insomma, questa novità dove possiamo vederla qui in Versilia?
Attualmente sto realizzando le performance in un locale notturno della darsena viareggina, nel contesto di un appuntamento che si chiama “Love Party by Onesto”, ideato e organizzato da Chiara Consorti, alla quale devo molto perché mi ha dato fiducia e la possibilità di esprimermi attraverso questa arte. Nel suo “Party” si parla di amore, arte, musica…

Le modelle dove le trovi?
Sono alla continua ricerca! Tra il pubblico, su Facebook… Chiedo se vogliono provare… Al momento ne ho due: Eva Heartless e Disturbia.
Hai fatto anche altre cose artistiche nella tua vita?
Sì. Ad esempio il progetto “Uomo. A che prezzo?”. Nel 2012 mi ero dedicato molto all’informazione che viaggia su Internet e stavo andando contro il sistema, volevo cercare di tirare fuori il coraggio delle persone, a proposito della situazione politica attuale. Così decisi di intraprendere un viaggio particolare. Andai a piedi a Roma!
In quanto tempo?
25 giorni dall’1 al 25 aprile. 25 tappe, percorrendo la via Aurelia, durante le quali mi fermavo nelle piazze e spiegavo alle persone il valore della moneta. Avevo stampato i “neuro”: li distribuivo ed erano banconote convertibili in sorrisi. Non era uno spettacolo, ma una vera e propria performance in cui parlavo con le persone.
“Volevo sfidare i politici a mettersi in croce con la gente e volevo che le persone mi prendessero per matto”

Come ti eri organizzato?
Mi ero costruito una croce di Sant’Andrea in resina, foderata di banconote e simboli massonici. Mi portavo dietro la croce, vestito di bianco, con la faccia dipinta di bianco e lacrime di sangue che scendevano dagli occhi. Sono partito con una tenda, un trolley, la croce e i volantini che avevo stampato.
Qual era l’obbiettivo?
Volevo sfidare i politici a mettersi in croce con la gente e volevo che le persone mi prendessero per matto.
“Mi portavo dietro la croce, vestito di bianco, con la faccia dipinta di bianco e lacrime di sangue che scendevano dagli occhi”

Hai avuto successo?
Moltissimo a livello mediatico. Ma anche le persone hanno risposto molto bene. Su 25 giorni, solo 6 ho dormito in tenda, gli altri sono stato ospitato. Per dormire e mangiare chiedevo solidarietà.
Nessun disagio?
Durante il viaggio no. Arrivato a Roma, sono passato davanti l’Altare della Patria e lì sì, ci sono stati dei disagi perché la Digos mi voleva portare dentro per aver sporcato il suolo pubblico. Infatti avevo lanciato i miei neuro su Monti e Napolitano mentre stavano uscendo dall’Altare della Patria.
Insomma attacchi le istituzioni…
Ma guarda, alla fine ho trovato inutile attaccare le istituzioni in quanto tali, perché le istituzioni sono fatte di persone e ho realizzato che sono le persone a essere sbagliate. Quindi adesso mi sto dedicando a un percorso personale spirituale, per cercare di mirare ad aprire la mente della gente.

Scusami, torniamo allo shibari un attimo. Apertura mentale? C’entra qualcosa?
Certamente! La parte che mi interessa è quella del master, cioè la parte dominante, perché mi permette di prendermi cura delle persone e di indirizzarle verso l’apertura mentale e verso la consapevolezza nei confronti di se stesse. Mi piace portare le persone a essere consapevoli dei propri desideri e delle proprie necessità. Il percorso spirituale serve per spogliarsi dei canoni sociali che limitano l’essere se stessi.
Che titolo ti piacerebbe per questa intervista?
“Sarca”. È un fiume del Trentino al quale sono molto legato e lo uso come nome d’arte, per marcare un percorso di vita. Fino a due anni fa mi chiamavo Luca Low Martello, dove “Low” indicava il mio obbiettivo di rivolgermi alla parte bassa della società. I passaggi importanti della mia vita me li fisso in qualche modo, come ad esempio tutti questi tatuaggi che ricoprono il mio corpo, che raccontano la mia vita attraverso disegni infantili colorati.

“Non si deve confondere con la sessualità (…) è uno scambio profondo di amore e molti valori che già non esistono nella società moderna”
Botta&Risposta
Dove e quando sei nato: Viareggio, 18 ottobre 1979
Quando eri bambino, da grande volevi fare: L’artista
Se per un giorno potessi scambiare la tua vita con quella di un’altra persona saresti: Sono felice con la mia persona!
Sito web preferito: YouTube
La suoneria sul tuo cellulare: Boh!
La vacanza ideale: Vedere il mondo
L’ultimo regalo che ti sei fatto: Corde
Un tuo vizio: Fumo
Un tuo pregio: Cerco la poesia in tutto
Un tuo difetto: Credere troppo nella gente
Il motto: L’arte per me diventa un’arma
Un genio: Tesla
Un eroe: Mio padre
Il sogno: Meritocrazia
La canzone: “With nowhere left to go I stormed your mind” di Dillon
Il libro: “Così è la vita” di Concita De Gregorio
Il film: “Cinquanta sfumature di grigio” AHAHAH! NO! SCHERZO! Non l’ho visto!
Li torturo tuttiiiii!!!
Ti piacerebbe essere torturato, ehm… intervistato da me?
Ti piacerebbe parlare di te e raccontare ciò che fai, la tua attività, la tua professione?
L’intervista ti farà uscire dall’invisibilità!
Dai un’occhiata a come funziona! –> Cosa posso fare per te
*Cosa puoi fare per me?*
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Mah….