Ultimo aggiornamento 11 Agosto 2023
L’INTERVISTA
pubblicata sul magazine Paspartu 16 marzo 2009
Nel campo della regia lirica, trovare una donna non è una cosa comune. Scopriamo con questa chiacchierata che la grinta e l’energia di Vivien Hewitt, assieme ovviamente alla competenza, sono quel famoso “valore aggiunto” di cui si parla quando si affrontano temi creativi.

Dove e quando sei nata?
A Belfast, in Irlanda, mezzo secolo fa.
Dove vivevi da piccola?
Fino a 22 anni ho vissuto a Belfast. La mia vita da teenager non è stata facile: ho visto da vicino il terrorismo di quel periodo…
Che scuole hai frequentato?
L’Accademia Reale, che è una specie di liceo classico, poi l’Università, entrambe a Belfast.
Andavi bene a scuola?
Purtroppo sì.
Perché dici “purtroppo”?
Perché tutti pensavano che non mi costasse fatica, invece io ero leggermente dislessica e studiare per me non era semplicissimo.
Da chi hai ereditato la passione per la regia teatrale?
Un insegnante di arte mi ha trasmesso l’amore per la musica classica e l’arte in generale.
Da piccola, cosa avresti voluto fare da grande?
Amavo i musei e avrei voluto dirigerne uno. Poi all’Università sono stata la prima persona nel Regno Unito a laurearsi in “storia bizantina”.
Non era materia di studio?
No. Si studiava la storia antica e quella moderna. Quella bizantina no.
Qual è stato il tuo primo lavoro?
A 14 anni lavoravo da un giornalaio per comprarmi i libri. Ma il primo lavoro “vero” è stato l’incarico come responsabile dell’ufficio stampa del Partito Unionista a Belfast. Avevo 17 anni.
Ora invece di cosa ti occupi?
Sono regista di opere teatrali. Negli ultimi 4 anni è diventato importante per me anche scrivere. Ho scritto un dramma e un musical.
Con chi ti piacerebbe lavorare?
Con tantissime persone… Uno su tutti il maestro Nicola Luisotti. Ha diretto una mia produzione di Madama Butterfly in Giappone e mi piacerebbe molto tornare a fare qualcosa con lui…
Per strada ti riconoscono?
Sì, specialmente in estate nel periodo del Festival Puccini. Spesso mi dicono che mi hanno visto su Rete Versilia o su altre tv locali! Ah… Poi ti posso raccontare un aneddoto curioso: nel 1997 andò in onda in tv uno speciale su Tosca dove mi si intervistava. Il giorno dopo della messa in onda dovetti andare a Montevideo (in Uruguay) e appena scesa dall’aereo un signore mi disse: “Ieri sera ti ho vista in tv”!
“La mia vita da teenager non è stata facile: ho visto da vicino il terrorismo di quel periodo”




Sono Cinzia.
Faccio – con calma! – la giornalista e la blogger, con un occhio attento alla socialsfera.
Amo intercettare e raccontare persone, personaggi e luoghi da scoprire attraverso le interviste, che chiamo scherzosamente “torture”!
Sono appassionata di tecniche e interventi mirati a dare visibilità, come ad esempio la tortura personalizzata o il corretto uso dei social.
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La tua professione è diffusa o è una rarità?
Mah… Di regia lirica se ne occupano pochissime donne nel mondo. Nella storia del Festival Puccini ce ne sono state solamente 3, me compresa!
Come sei arrivata in Italia?
Per puro caso. Stavo lavorando in Irlanda con delle compagnie teatrali e cercavo un posto in Italia per perfezionarmi. Prima arrivai a Barga, poi tramite borse di studio mi spostai a Parma e a Roma.
Come sei passata dalla professione di addetto stampa a quella di regista?
Quando facevo l’addetto stampa, vicino al mio ufficio c’era un teatro! Mentre mi occupavo di politica, facevo anche l’attrezzista per una produzione di Bohème…
Mi hai detto che hai vissuto da vicino l’epoca del terrorismo in Irlanda…
Sì, erano gli Anni Settanta e il clima era rovente. Tra i miei colleghi ho visto anche tanti morire… Tra la teatralità della vita e il teatro vero e proprio, era difficile distinguere.
Poi come sei arrivata a Torre del Lago Puccini?
Stavo seguendo degli incarichi tra Parma e Roma. Era il 1983. Da Torre del Lago mi arrivò la richiesta di un saggio su Turandot. È successo che, in quel periodo, mancava l’aiuto regista per la Manon Lescaut. Sapendo che io avevo già fatto l’aiuto regia in Irlanda…
Più precisamente, in cosa consiste il tuo lavoro?
Per realizzare la regia di un’opera si parte da zero e si studia tutto!
In regia, ti consideri tradizionale o sperimentatrice delle avanguardie?
Ma guarda… Ci sono tanti registi “di rottura”, ma quello è un metodo lontano dalla mia filosofia. Io ho sempre bisogno di studiare l’epoca, la storia, il precedente letterario. Ogni opera nasce in un contesto storico. Sento l’esigenza di documentarmi bene su tutto questo prima di partire.
Puoi farmi un esempio?
La mia produzione più famosa è la Madama Butterfly basata sui sassi di Kan Yasuda. Ha fatto il giro del mondo. Per quella mi sono documentata su tutto il Giappone e mi sono impegnata molto. Se un regista ignora il processo creativo dell’opera, verrà fuori qualcosa di non aderente a quello che l’autore ha scritto e che voleva comunicare. Secondo me bisognerebbe innovare non attraverso le produzioni-scandalo, ma semmai lavorando sulla musica e creare anche opere nuove, perché no…?




Ti interessa la regia televisiva?
In tv mi potrebbe interessare solo il lungometraggio, perché ho bisogno di tempo per esprimermi…
Al momento di cosa ti stai occupando?
Sto lavorando alla Traviata per una compagnia di Lima (Perù). Ci sarà un cast internazionale e sarà pronta per il 14 agosto 2009.
Cosa fai nel tempo libero?
Vado in teatro a vedere prosa, ai concerti. Poi mi piace passeggiare in campagna, fare castagne, guidare, viaggiare e vedere cose nuove. In Italia, per vedere tutto, una vita non basta.
Hai qualche passione particolare?
Di ogni paese che visito, mi porto a casa qualcosa per ricordo.
Come ti vesti?
Ho un armadio di jeans e uno di abiti da sera. L’eleganza in teatro mi piace, in sala prove il vestito invece è da lavoro!
Sai cucinare?
Sì.
“Io ho sempre bisogno di studiare l’epoca, la storia, il precedente letterario. Ogni opera nasce in un contesto storico”
Che locali frequenti in Versilia?
Amo le insalatone e per quelle vado da Stuzzichino. Poi mi piace la carne e per quella vado da ChiccoScuro.
Il luogo più bello della Versilia?
La chiesetta di Valdicastello: un posto di grande pace.
Sei religiosa?
Non nel senso convenzionale del termine. Non subisco il fascino della religione organizzata, ma sono profondamente attaccata al senso spirituale.
Cosa ti manca dell’Irlanda?
L’ironia delle persone. Freud diceva che l’irlandese è l’unico essere umano non psicoanalizzabile!
Un tuo difetto?
L’ossessivo perfezionismo, che fa sputare sangue al prossimo e a me stessa! So di essere insopportabile e con il tempo cerco di rendermi più malleabile. In ogni caso non chiedo agli altri ciò che io stessa non darei mai.
La critica peggiore che hai ricevuto?
Non so, la critica con me è sempre stata benevola…
Il miglior complimento?
Da Franco Zeffirelli, che amavo fin da quando ero molto giovane, per la Tosca del 1997.
Progetti futuri?
Non si dicono per scaramanzia!




Chi è Vivien Hewitt
Vivien Hewitt nasce a Belfast (Irlanda) mezzo secolo fa. Una delle poche donne al mondo ad occuparsi di regia di opere liriche, a Torre del Lago Puccini ha curato, per il Puccini Festival, Tosca (1997), Madama Butterfly (che tra il 2000 e il 2006 ha fatto il giro del mondo), Edgar (2007).
FOTO DI CINZIA DONATI
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