Ultimo aggiornamento 14 Luglio 2023
L’INTERVISTA
pubblicata sul magazine Paspartu 1 gennaio 2015
Da artista a parlamentare, da attrice a scrittrice, Vladimir Luxuria, considerata la transgender più famosa d’Italia, si è raccontata al Caffè della Versiliana nella rubrica “Donne che dovresti conoscere”.
Vladimir Luxuria nasce come Vladimiro Guadagno a Foggia nel 1965. Artista ed ex parlamentare di Rifondazione Comunista, attrice e scrittrice di quattro libri, vincitrice nel 2008 dell’Isola dei Famosi, Vladimir Luxuria è sempre stata in prima linea per difendere i diritti civili di tutte le minoranze.

In questo incontro ci racconta la sua storia di donna nata nel corpo di un uomo, del difficile percorso che l’ha portata al cambiamento, del passato che la metteva in scena come protagonista della movida underground romana e del presente, che vede andare di pari passo balletti in scena e battaglie in prima linea per i diritti degli omosessuali e non solo.
Siamo riusciti a tracciare un ritratto fuori dai canoni di Vladimir Luxuria, non solo legato alla sua immagine provocatoria e dissacrante
Vladimir attrice, scrittrice, conduttrice televisiva, opinionista, impegnata in politica…
Sì, specifichiamo che questo non è indice che io sia vecchia, ma significa che ho avuto una vita intensissima!
L’età comunque non si chiede…
Sì, ma poi ho già litigato con l’anagrafe per il sesso, figuriamoci se voglio litigare per l’età! Bisogna essere sincere con se stesse. Mentre invece con l’uomo – che non va sedotto ma ingannato – bisogna sempre mentire, anche togliendosi dieci anni se necessario!








Sono Cinzia.
Faccio – con calma! – la giornalista e la blogger, con un occhio attento alla socialsfera.
Amo intercettare e raccontare persone, personaggi e luoghi da scoprire attraverso le interviste, che chiamo scherzosamente “torture”!
Sono appassionata di tecniche e interventi mirati a dare visibilità, come ad esempio la tortura personalizzata o il corretto uso dei social.
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La tua vita inizia a Foggia come Vladimiro Guadagno
La mia vita si divide in due tranche: prima della mia popolarità e dopo. In questa seconda tranche la gente mi ferma per strada, mi chiede autografi e mi fa piacere. Nella prima tranche la parola che sentivo echeggiare era “ricchione”. Venivo sempre insultata. Io sono una persona che non dimentica e ricordo che avevo zone della mia città per me off limit. Foggia era una città difficile. Il locale che ho costruito, il “Dirty Dixie Club”, era il primo locale gay di Foggia, i miei primi spettacolini li ho fatti lì.
“Nella prima tranche della mia vita la parola che sentivo echeggiare era ‘ricchione'”
Come era vivere a Foggia?
Provengo da una famiglia povera e dignitosa. Vivevo al settimo piano di un palazzo, in un appartamento che costava poco perché si pensava fosse infestato dagli spiriti. C’era una stanza in cui mia madre non entrava perché si diceva che lì si vedessero delle ombre. Io entravo in quella stanza, mettevo Mina allo stereo e la imitavo davanti allo specchio. Facevo Mina alla Bussola! Quando ai miei amici, che ascoltavano i Led Zeppelin, dicevo che mi piaceva Mina, loro mi guardavano come si guarda una persona strana.
A Roma ti laurei in Lettere con il massimo dei voti
110 e lode. La laurea con 110 e lode è stata una grande rivalsa, perché nella mia infanzia ho desiderato abbandonare la scuola, a causa di questo fenomeno che oggi si chiama “bullismo omofobico”. Negli spogliatoi maschili, non mi andava di spogliarmi con gli uomini e gli altri ragazzi lo percepivano e sul quaderno mi scrivevano “ricchione”. Volevo abbandonare gli studi e avercela fatta spero sia di esempio a chi si trova ad affrontare gli stessi problemi che ho avuto io. Sono orgogliosa di dire che ce la possiamo fare. Queste persone violente e cattive, dobbiamo farle sentire una minoranza, perché sono loro che hanno problemi sessuali! La diversità è una cosa bella, un mondo di uguali è un mondo noiosissimo. La scuola deve cercare di non castrare le diversità di ognuno di noi.
La tua testimonianza è importante
Da adolescente non avrei mai pensato di andare a parlare di bullismo di fronte ad un pubblico. Qualche genitore ha protestato perché parlare a scuola di questo argomento non è adatto… Ma io trasmetto la conoscenza, non consiglio mica l’esperienza diretta! Poi non credo proprio che se io ora qui parlo di trans, quel signore là, che è venuto in ciabatte, si alza e mi chiede i tacchi! Non funziona mica così!




Social network?
È bello vivere in un mondo che usa i social network e che sa la geografia, ma abbiamo bisogno anche di più rispetto verso bambini, anziani e soprattutto donne.
Reality show?
Io sono una persona critica verso le cose che conosco. C’è questa falsa illusione che hanno le persone che considerano il reality non come un’esperienza, ma come la svolta della propria vita. Ci sono talenti e per loro è un’opportunità per emergere, come ad esempio Luca Argentero o come Pietro Taricone, che io conoscevo e che è uscito da lì con grande umiltà. Ma purtroppo montarsi la testa è lo sport nazionale: si pensa che diventare conosciuti, che quando ti chiedono autografi, sia indice di essere arrivati. Oggi chi sceglie un reality dovrebbe farlo solo come esperienza e non come una cosa che ti cambia la vita.
“Certe persone sono riuscite a ricoprire qualche carica perché hanno qualche Santo in Paradiso o in camera da letto!”
Dicci qualcosa del tuo ultimo libro
È una critica, ma non alla televisione. Certe persone sono riuscite a ricoprire qualche carica perché hanno qualche Santo in Paradiso o in camera da letto! In realtà il mio libro è un pretesto per indagare sulla fragilità di noi esseri umani. All’inizio, mentre leggete, la protagonista la odiate, perché pensa solo alla carriera e alla fama. Poi indago nella sua infanzia, si scopre un evento tragico e non dico che alla fine si può giustificare, però si capisce un po’ di più.
L’avventura politica cosa ti ha lasciato?
Sinceramente non avrei mai pensato di diventare parlamentare. La cosa più scioccante della mia vita è accaduta nel 2006: tornare a Foggia e camminare sul viale principale, dove da adolescente sentivo dirmi “ricchione”, e sentirmi dire “onorevole”. Uno di quei ragazzi che mi insultavano, nel 2006 mi si avvicinò e mi disse: “Ti offro un caffè”. Mentre si beveva il caffè, mi chiese di aiutare suo figlio a trovare lavoro, visto che ero parlamentare e secondo lui avrei potuto aiutarlo. Io gli risposi: “Non aiuto tuo figlio non per vendicarmi – perché i figli non devono scontare le colpe dei genitori – ma perché tuo figlio deve imparare che il lavoro è un diritto fondamentale e non è un’elemosina elargita da un politico. Questa cosa ti lega con il cappio al collo, perché dopo quel politico devi votarlo. Se cresci così tuo figlio, lo stai crescendo male”. Lui ovviamente c’è rimasto malissimo, invece per me è stato il caffè più buono della mia vita!
Tornerai in politica?
Per ora escludo di tornare in Parlamento. Per ora lascio la Santanchè a rappresentare noi trans! (ride)




Qualcuno ha cambiato idea. Mastella?
Mastella al tempo disse che io ero una ridicola Cicciolina. Proprio lui che poi politicamente ha cambiato idea. Io nella mia esperienza in Parlamento ho avuto rispetto nel linguaggio e nell’abbigliamento, perché sono una persona seria. Mastella poi mi ha chiesto scusa, ammettendo di aver avuto dei pregiudizi per ignoranza.
La Gardini?
La Gardini non è stata un’amica, anche se in genere le donne sono le migliori alleate delle persone trans. Fra l’altro, bisogna dire che nel mondo siamo pochissimi, cioè sono pochissime le persone che non si riconoscono nel sesso di nascita. Siamo circa l’1% nel mondo, però ci siamo sempre stati. Fino agli anni Cinquanta le persone come me venivano messe nei manicomi, negli anni Settanta venivano sottoposte all’elettrochock. In fondo si tratta di non essere egoisti, di non schiacciare chi si sente diverso. Tutte le donne che nella vita ho incontrato nel bagno delle donne non mi hanno mai detto “Non devi stare qui” ed è davvero deprimente che a farlo sia stata proprio una parlamentare, la Gardini appunto.
“Miss Italia”?
Direi: non fissiamoci sull’ossessione dell’estetica, che è un grande problema che abbiamo! Esiste un concorso che si chiama “Miss Italia” che ha un regolamento con un articolo 8 che dice che può partecipare solo chi è donna dalla nascita. Mi chiedo: perché un concorso deve vietare a una donna, che è donna a tutti gli effetti, di partecipare? Ma va bene. Poi mi telefonano pure e mi chiedono di fare la giurata! Ho pensato che hanno dei problemi e ho rifiutato l’invito, rifiutando soldi e visibilità. Se avessi accettato, mi sarei guardata allo specchio e mi sarei sputata in un occhio! Ho suggerito a Patrizia Mirigiliani di cambiare il regolamento e lei ha detto di no. Perciò…
“Mettevo Mina allo stereo e la imitavo davanti allo specchio. Facevo Mina alla Bussola!”
La serenità
Invito tutti a essere se stessi, perché chi è se stesso ha già vinto. A 16 anni ho dovuto fare una scelta. Ero a un bivio: o sopprimere la mia femminilità o scegliere me stessa. La serenità è una conquista che fai giornalmente ed è talmente difficile… Io mi sentirei un travestito se non fossi me stessa, invece non mi sento un travestito!
I diritti degli omosessuali
L’Italia dovrebbe capire che non si concedono diritti grazie all’orientamento sessuale. Ci sono politici tamarri che devono capire che tutte le coppie devono avere diritti e doveri.
Cosa ne pensi di Papa Francesco?
Ho sentito che ha detto che ci sono persone che si sono allontanate dalla Chiesa per l’orientamento sessuale e ha aggiunto: “Chi sono io per giudicare i gay?”. Mi è piaciuta questa frase. Il suo linguaggio mi piace, ma il problema non è lui, sono tutti gli altri, l’alta gerarchia ecclesiastica.




Questionario Proustiano con Vladimir Luxuria
D: Virtù preferita
R: Resistenza
D: Cosa apprezzi di un uomo
R: La pazienza
D: Cosa apprezzi di una donna
R: La praticità
D: Colore
R: Blu elettrico subito dopo il tramonto
D: Sapore
R: Pomodoro
D: Autore
R: Pasolini




D: Personaggio dei libri
R: Orlando di Virginia Woolf
D: Caratteristica che sei incline a tollerare
R: Bugia detta per fare un complimento
D: Canzone con cui ti sei innamorata
R: “La cura” di Franco Battiato
D: Cosa invidi agli amici
R: Potersi permettere di scaccolarsi senza che qualcuno dica “Ah guarda! Quel personaggio si scaccola!”
D: Cosa invidi ai nemici
R: La stupidaggine, perché, come diceva Leopardi, le pecore alla fine campano meglio
D: Tuo principale difetto
R: Ne ho tanti… Eccessivo entusiasmo in certe occasioni
D: Cosa detesti di te stessa
R: Il lato B, che somiglia a uno spicchio d’aglio!
D: Personaggio che ti ha cambiato la vita
R: Don Gallo
D: Quanto contano le facce?
R: Poco, contano gli sguardi
D: Motto
R: “Nella vita, più che guardare avanti, è meglio guardarsi intorno”
Cosa è il Questionario Proustiano?
Se volete divertirvi a fare il vostro Questionario Proustiano, sappiate che consiste in una serie di domande, alcune generiche e altre tagliate su misura per la persona intervistata, volte a conoscere i gusti e le aspirazioni personali di chi vi risponde. La caratteristica essenziale è quella del “botta & risposta” immediato, cioè bisogna rispondere senza pensarci troppo.
Si chiama così perché il primo a compilarlo fu Marcel Proust, da adolescente, consigliato dall’amica coetanea Antoinette Faure.




FOTO DI FEDERICO NERI PER FONDAZIONE LA VERSILIANA
Li torturo tuttiiiii!!!
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